La corsa dei vaccini: ritardi annunciati e prevedibili. Poteva essere altrimenti?

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Di redazione italiana
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Le case farmaceutiche hanno il coltello dalla parte del manico e i contratti sembrano mettere la cosa a nudo, non sono previste sanzioni automatiche in caso di mancato rispetto di forniture. E c'è chi allora ordina lo Sputnik russo e pensa anche al vaccino cinese. Opzione al vaglio anche della Ue?

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I vaccini infiammano la frontiera dell'Europa comunitaria e di quella britannica, è di venerdì sera la notizia che la Commissione europea ha deciso di ripristinare i controlli al confine tra Irlanda e Irlanda del nord al fine di controllare il traffico dei soli vaccini, senza tuttavia avvalersi del controverso articolo 16 dell'accordo sulla Brexit.

Quanto è bastato per far tirare un sospiro di sollievo a tutti.

Decisione che è stata salutata positivamente dal premier irlandese Michail Martin che ha plaudito al fatto che la cosiddetta clausola di salvaguardia non sia stata attivata. 

Intanto il via libera dell'Ema al vaccino di Astrazeneca, britannico e un po' svedese, venerdì non ha spento le polemiche dei giorni scorsi che hanno portato alla pubblicazione del contratto: Astrazeneca dovrebbe fornire 300 milioni di dosi e altre 100 milioni opzionabili per un corrispettivo di 870 milioni di euro versati alla casa farmaceutica dagli Stati membri.

Astrazeneca i tagli/ritardi li ha annunciati ancor prima che l'Ema si pronunciasse e come gli altri vaccini viaggia in ritardo eppure i contratti sembra  non prevedano penali automatiche anche nel caso di mancato rispetto delle forniture. Poteva essere il contrario?

** Johnson & Johnson**

Toccherà vedere se il quarto vaccino, quello di Johnson e Johsnon, potrà aiutare a recuperarli, i ritardi,  J&J è il primo vaccino previsto in una sola dose la cui efficacia è pari  al 66% ma  per la casa farmaceutica funziona anche con le varianti brasiliana e sudafricana. 

Le dichiarazioni dell'azienda sono ottimiste, a ascoltare il suo chief scientific officer, Paul Stoffels:

"Stiamo lavorando molto sui dati e che siamo presenteremo già nel corso della prossima settimana negli Stati Uniti e quasi in parallelo, li presenteremo in Europa, e diversi altri paesi e collaboreremo con l'Oms per assicurare che possa essere approvato a livello globale ".

È alla terza fase della sperimentazione il Novavax che fin qui ha mostrato una risposta immunitaria pari all'89,3%. E intanto molti Paesi dell'Europa dell'Est si rivolgono a Mosca e alla Cina:  facendo scorte del russo Sputnik V. In Serbia venerdì ne sono arrivate 40 mila dosi.

L'Ungheria ha dato il suo beneplacito allo Sputnik diverse settimane fa, venerdì Budapest ha dato l'okay anche al vaccino cinese.

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