La regista francese a Euronews: "Volevo che provassimo tutto quello che lei prova e che alla fine del film ci ponessimo una domanda molto semplice: che cosa è successo?"
Slalom, il primo film della francese Charlène Favier, parla di un tema ancora quasi tabù al cinema: le molestie sessuali nel mondo dello sport.
Liz è una liceale che si trasferisce in una località alpina per diventare una sciatrice professionista. Ammessa in una prestigiosa scuola di sci e seguita da un ex campione, Fred, la 15enne passa le sue giornate tra allenamenti e sacrifici. E nella "morsa" di un allenatore che cerca di dominarla. Mentalmente, ma in seguito anche fisicamente.
Euronews ha incontrato la regista transalpina. "In questo film c'era proprio l'idea di raccontare il rapporto allenatore-atleta, che ho voluto affrontare con tutte le sue ambiguità, tutte le sue contraddizioni, senza esagerare le cose, senza che il rapporto diventi manicheo", racconta ai nostri microfoni Favier. "È qualcosa che la protagonista non voleva, ma a 15 anni non sai cosa vuoi...".
Il film, che si ispira anche se marginalmente alla storia della stessa Favier, era stato selezionato al Festival di Cannes 2020, che - causa pandemia - è stato annullato.
"Volevo assolutamente che questo film fosse un viaggio emotivo e sensoriale, perché penso che sia un ottimo modo per coinvolgere lo spettatore nella storia", spiega la regista. "Non volevo affatto un discorso analitico... né giudicare i miei personaggi. Volevo che provassimo tutto quello che lei prova e che alla fine del film ci ponessimo una domanda molto semplice: che cosa è successo? Affinché il dibattito si aprisse, perché la gente potesse parlarne liberamente. Questa era l'idea dietro il film".
Slalom è stato mostrato in numerosi festival e ha riscosso un grande successo tra il pubblico e la critica. Uscirà in Europa non appena le sale cinematografiche potranno riaprie.