Cosa blocca il Decreto Rilancio?

Sono due le zavorre che impediscono al Decreto rilancio di prendere il volo: regolarizzazione dei lavoratori stagionali e coperture finanziarie per gli ammortizzatori sociali a favore di chi è rimasto senza impiego a causa del confinamento.
Quella di martedì avrebbe dovuto essere la serata risolutiva, ma il Consiglio dei ministri è slittato a mercoledì.
Un decreto da 55 miliardi di euro per rimettere l'Italia sui binari della fase 2 post-Covid richiede trattative delicate tra le forze politiche.
Il granello di sabbia che blocca l'ingranaggio politico-economico dell'emergenza è soprattutto la questione lavoro, con tutte le sue sfaccettature.
Una potenza agroalimentare come l'Italia ha bisogno di mano d'opera stagionale per l'ultima fase della primavera e dell'estate.
C'è urgenza di braccia straniere. Ecco quindi che il provvedimento per il rilancio prevede una sanatoria per i lavoratori provenienti da altri Paesi, anche non Ue.
Per i 5 Stelle è un evidente problema politico. Anche perchè la sanatoria riguarda badanti e colf. I pentastellati non vogliono esporsi al tiro dell'opposizione. E affermano che è importante distinguere tra lavoratori regolari e non. Cosa, che a loro giudizio, il provvedimento non chiarisce.
Ma lo spirito del decreto è quello di togliere l'ossigeno al caporalato, che vive del lavoro nero dei clandestini, e soprattutto di adattarsi alla crisi epidemiologica. Lavoratori stranieri irregolari sfuggirebbero alla profilassi imposta dalle circostanze del Covid-19.
Altro punto complesso è quello della cassa integrazione straordinaria. Mancano le coperture finanziarie, perché i cinque miliardi stanziati a marzo nel Decreto cura Italia sono stati spesi per altre emergenze legate all'epidemia di Covid.
Sono questioni che il Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sperava di risolvere in un pre-cdm che al momento non ha dato i frutti attesi.