Primo maggio senza manifestazioni. Il mondo del lavoro ha bisogno di solidarietà

Primo maggio senza manifestazioni. Il mondo del lavoro ha bisogno di solidarietà
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Di Stefan Grobe
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Primo maggio senza manifestazioni. Il mondo del lavoro ha bisogno di solidarietà @VisentiniLuca della Confederazione europea dei sindacati parla di lavoro, rischi e umanità

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Quest'anno il Primo Maggio non vedrà le tradizionali manifestazioni per le strade a favore dei lavoratori. Siamo ancora tutti in casa, per lockdown, non ci resta che esprimere quindi il nostro sostegno al mondo del lavoro con degli striscioni alla finestra o delle frasi di solidarietà sui social media. E il paradosso per i sindacati europei è che mai come ora ci sarebbe invece bisogno di solidarietà ai lavoratori che rischiano molto.

Ne abbiamo parlato con Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati.

Il quadro è complesso: ci sono milioni persone che hanno già perso il lavoro, molte industrie lottano per la loro sopravvivenza e ci sono poi gli obiettivi climatici che non vogliamo accantonare. Qual è la cosa più urgente al momento, come possiamo essere sicure di partire con il piede giusto?

“Innanzitutto dobbiamo assicurarci di poter affrontare adeguatamente l'emergenza. Perché se non si predispongono le giuste misure per prevenire una profonda recessione e disoccupazione, senza dimenticare di garantire la sicurezza a chi lavorando mette a rischio la propria salute, sarà difficile partire con il piede giusto. Ma è da notare che gli sforzi delle istituzioni europee, dei governi della società civile che vediamo in questi gironi sono davvero importanti.”

Di solito il Primo Maggio offre l'occasione di esprimere solidarietà al mondo del lavoro. Lei è soddisfatto del livello di solidarietà che ha visto in Europa finora?

“Penso davvero che siano cambiati i tempi, e che questa crisi abbia visto una narrativa completamente diversa da quella del 2009 per intenderci. Perché durante la crisi finanziari, c'è stata una sottovalutazione totale del ruolo che gli operatori sanitari svolgono nella società. I tagli alla spesa pubblica e la riduzione dei salari di questa particolare categoria di lavoratori sono qualcosa che ha segnati profondamente. Ora invece sono diventate delle persone di cui non possiamo fare a meno. Infine, vedere l'Unione europea mettere insieme tanti soldi per rispondere alla crisi, in poche, è stato bello. Ma i soldi certo devono ancora arrivare."

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