Sardegna invoca S'Efisio, debellò peste

(ANSA) – CAGLIARI, 16 MAR – Per i cagliaritani ha già fatto
almeno due miracoli: liberare l’isola dalla peste nel 1656 e
respingere l’invasione dei francesi nel 1793. Così, di fronte
all’emergenza coronavirus, le massime istituzioni religiose e
politiche sarde provano ancora a rivolgersi a Sant’Efisio, il
martire guerriero patrono dell’Isola portato ogni anno in
processione l’1 maggio, davanti a decine di migliaia di persone,
proprio come ringraziamento per le intercessioni del passato.
L’esempio arriva dal Papa che ieri, nella sua camminata fuori
dal Vaticano, ha venerato la Salus populi Romani a Santa Maria
Maggiore e poi ha pregato davanti al crocifisso di San Marcello
al Corso che, per i fedeli, salvò Roma dalla peste.
Questa mattina l’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe
Baturi, è andato nella chiesa di Sant’Efisio, nel quartiere
storico di Stampace, per esprimere, a nome di tutta la Diocesi,
un “Atto di affidamento” per l’epidemia da coronavirus.