Coronavirus influenza la Fashion Week di Milano

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Secondo i promotori all'edizione di quest'anno presenti almeno mille cinesi in meno

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I timori legati alla diffusione del coronavirus condizionano anche le attività del mercato dell'alta moda. All'edizione di quest'anno della Fashion Week di Milano, alla quale si stima abbiano dato forfait l'80 per cento degli acquirenti cinesi, si attedono mille persone in meno, tra buyers, giornalisti e addetti ai lavori.

L'emergenza coronavirus ha poi portato a delle modifiche del programma - che si è aperto con una sfilata a tema del cinese Han Wen, che vive a New York, intitolata "China we are with you" - che per la prima volta viene trasmesso in streaming sul web.

La scelta di confermare la manifestazione è dovuta anche al suo peso economico. Secondo una ricerca, circa il 40 per cento dei 281 miliardi di euro spesi nel mercato globale del lusso vengono da clienti cinesi. Il che fa di Pechino un interlocutore insostituibile per i principali marchi della moda contemporanea.

In cartellone sono presenti 56 sfilate, 96 presentazioni e una quarantina di altri eventi. Tuttavia in alcuni casi la chiusura straordinaria dei laboratori, e il blocco dei voli provenienti dalla Cina disposto dal governo italiano, hanno reso difficile il rispetto dei previsti tempi di produzione.

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