Sindacati e ambientalisti chiedono il rispetto delle norme di precauzione sanitaria.
Già due giorni dopo l'incendio, che aveva devastato la cattedrale di Notre-Dame, erano stati avviati i monitoraggi ambientali, risultati nella norma: i test effettuati avevano rivelato concentrazioni di piombo nell’aria e nelle polveri depositate non preoccupanti, al di sotto della soglia di legge. Ma la contaminazione da piombo è un rischio da arginare.
Annie Thebaud-Mony, attivista dell'associazione 'Henri Pezerat', chiede a nome delle sigle ambientali che il cantiere venga isolato perché - dice - il "sito rilascia nuovamente polvere di piombo nell'aria". Intanto, il Comune di Parigi - che si è impegnato a potenziare la bonifica - assicura che i risultati dei nuovi rilievi sulle polveri intorno alla cattedrale saranno resi noti nelle prossime ore.
"È vero che ci sono due volte crollate - dice il rettore di Notre-Dame Patrick Chauvet - quindi sì, le particelle possono fuoriuscire dal tetto. È anche per questo che il lavoro non deve essere fermato troppo a lungo. Perché è il momento di costruire un piano sopra la cattedrale e mettere una sorta di grande ombrello per proteggere sia la struttura che gli abitanti della zona e tutti i parigini".
La settimana scorsa, il cantiere è stato chiuso, ufficialmente per "qualche giorno", il tempo di rivedere le norme di precauzione sanitaria per gli operai impegnati nella ricostruzione.
Il prefetto di Parigi, Michel Cadot, ha dichiarato che i lavori potrebbero riprendere dalla settimana del 12 agosto. Secondo i sindacati, le norme anti-piombo non venivano osservate o applicate in maniera insufficiente.