Al centro della protesta il mancato aumento degli stipendi.
Con SAS non si parte. La Scandinavian Airlines ha cancellato più di 1.200 voli in 48 ore, tra lunedì 29 e martedì 30 aprile, a causa di uno sciopero dei piloti, iniziato venerdì scorso: al centro della protesta, sfociata nella cancellazione del 70 per cento dei voli gestiti dalla compagnia aerea, il mancato raggiungimento di un accordo sugli stipendi.
"Più soldi per meno lavoro? Non si può"
Al telefono, Torbjörn Granevärn, esponente della Confederazione svedese delle imprese di trasporto, sostiene che il problema risieda nel fatto che i piloti non si scostino dalle loro richieste per una retribuzione più alta del 13 per cento a fronte di un minor carico di lavoro: cinque giorni in meno all'anno. Un'istanza portata avanti con forza, una richiesta che però corrisponde a una limitazione dell'attività dell'azienda.
Nel frattempo regna il caos: bivacchi negli aeroporti, ritardi e rinvii di partenze per oltre 170.000 passeggeri negli ultimi tre giorni. Ma i piloti si mantengono saldi nelle loro rivendicazioni.
"Siamo tra i piloti meno pagati in Europa"
Wilhelm Tersmeden, leader sindacale, spiega le ragioni della categoria: "Quando si tratta del libro paga, siamo al fondo delle statistiche europee. Non chiediamo gli stessi stipendi degli altri piloti, ma vogliamo almeno parlare di queste differenze. E ci viene negato, non vogliono nemmeno discuterne, ci ignorano letteralmente".
Il braccio di ferro continua. Al momento non si registrano spiragli nella trattativa: la compagnia aerea Sas, i sindacati svedese e danese dei piloti e le associazioni degli industriali hanno comunicato che, per ora, non ci sono novità e non ci sono stati altri contatti tra le parti.