In testa ai sondaggi i socialisti di Sanchez. Resta il rischio ingovernabilità
PUBBLICITÀLa Spagna si prepara al voto di domenica, nella speranza di uscire dall'impasse di un parlamento senza maggioranze possibili. I sondaggi danno in testa i socialisti di Pedro Sanchez, accreditati di un 31,5%, e di 134 seggi, circa 50 in più rispetto a tre anni fa, ma lo stesso lontani dalla maggioranza anche sommando il concorso di Podemos.
I popolari, che con la leadership di Pablo Casado si sono orientati a destra, tentano di uscire dall'angolo aprendo a una ipotesi di governo con Ciudadanos e con la destra populista di Vox, ma anche qui - nonostante la campagna elettorale abbia al centro temi sovranisti come le politiche antimmigrazione - potrebbero alla fine mancare i numeri per incassare la fiducia del parlamento.
Sorprese possono venire dai risultati della sinistra di Podemos di Pablo Iglesias, il leader uscito meglio degli altri dai confronti in tv. Se intercettasse una parte dell'astensione, stimata in otto milioni, potrebbe far lievitare il 12,1 per cento dei sondaggi, dando una nuova spinta allo schieramento progressista.
Resta l'exploit dell'ultradestra di Vox, soprendente per un paese che ha conosciuto la dittatura franchista fino al 1974. La formazione sovranista supererebbe il 12 per cento aggiudicandosi 32 deputati. Un risultato molto positivo, ma anche in questo caso non sufficiente a garantire una salda maggioranza di governo.