In Andalusia a caccia degli elettori di estrema destra

In Andalusia a caccia degli elettori di estrema destra
Di Valérie Gauriat
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Il partito Vox sta crescendo nella roccaforte di sinistra. Ma in pochi hanno il coraggio di dire apertamente perché lo votano.

L'Andalusia sta attraversando un terremoto politico. In dicembre il partito populista Vox è entrato nel governo regionale in una regione storicamente roccaforte della sinistra. E ora punta a crescere ulteriormente. Abbiamo cercato di parlare con alcuni elettori del nuovo partito. Ma non è stato facile.

La speranza di un cambiamento

La Línea de la Concepción, nel sud dell'Andalusia, è conosciuta come la porta d'ingresso dell'hashish in Europa. Negli ultimi mesi la polizia spagnola ha intensificato le operazioni contro i narcotrafficanti. Un poliziotto ci spiega perché il traffico di stupefacenti qui ha preso piede così facilmente: "È una società che non lavora, ma vive di questo e del contrabbando di tabacco. C'è molta disoccupazione qui, c'è pochissimo lavoro, per cui è molto facile, soprattutto per i giovani, venire coinvolti in questo tipo di attività".

Protezione delle frontiere, criminalità, disoccupazione. Sono tre dei temi su cui ha capitalizzato il partito di estrema destra Vox, che ha fatto un balzo in avanti alle ultime elezioni regonali in Andalusia.

Abbiamo appuntamento con i rappresentanti della formazione a La Linea, in un giorno di mercato. Ma all'ultimo momento, arrivano ordini dall'alto: la nostra telecamera non è più la benvenuta, non possono più parlare con noi ufficialmente. Anzi, ci dicono, "Non solo con voi, con nessuno". Ma quando chiediamo perché, la risposta è: "Non lo so".

Ci avviciniamo al gazebo di Vox. La militante che aveva confermato il nostro appuntamento non ne vuole più sapere. Saremo costretti a celarne l'identità. Una ragazza ha un'accesa discussione con lei. La giovane accusa Vox di estremismo nei confronti di immigrati e omosessuali: "Qui dite una cosa, ma fuori ne sento altre. Quindi fuori state incitando all'odio nei confronti di queste persone", afferma. "Allora - risponde l'attivista - dirò al partito di comunicare meglio. Perché ti garantisco che non siamo affatto omofobi o xenofobi".

Poi si altera perché vede che stiamo ancora filmando. Va a chiamare un poliziotto, che ci impone di smettere. Per un attimo crediamo che il nostro reportage sia finito lì.

Visto che non possiamo fare altro con i militanti, andiamo a cercare simpatizzanti di Vox fra le bancarelle del mercato. Troviamo una signora con sua figlia, che concordano: "Almeno cambiano qualcosa". La madre aggiunge: "Io in genere non sono una che tende a votare per il nuovo, ma tutto il resto va così male!"

José fa il commerciante qui al mercato. Per lui "Vox è un partito differente, speriamo in un cambiamento, che offra qualcosa di più degli altri partiti. Vedremo se cambia. Bisogna aiutare di più i lavoratori, le piccole e medie imprese, fare di più per le classi modeste".

Un'altra elettrice appare disillusa: "Non capisco niente di politica, e non voglio capire. Perché se chiediamo aiuto, noi spagnoli non otteniamo niente. Non basta? Dobbiamo emigrare anche noi per avere dei diritti? Mi spiego?"

L'immigrazione

L'immigrazione, tema centrale per Vox. A pochi chilometri da La Línea , il porto di Algeciras è uno dei tanti punti d'ingresso sulle rive spagnole per i candidati all'esilio in Europa.

Ci avviciniamo a un gruppo di militanti di Vox che fanno campagna ad Algeciras. Di nuovo, senza successo. Il loro coordinatore non è qui, e nessuno vuole parlare finché non ci darà l'autorizzazione. Non l'avremo mai, pur insistendo più volte.

Tentiamo la fortuna alcuni metri più in là, di fronte a un bar, dove sta conversando un gruppetto di uomini. Uno di loro ammette: "Voto Vox perché sono spagnolo. Tutto qui". Un altro, sibillino: "Condivido alcune idee ma non tutte". Ma non intende rivelarle di fronte alla telecamera.

All'interno del bar si lasciano andare un po' di più. Un cliente dice di votare Vox ad Algeciras "Perché tutti questi che vengono da fuori... Vanno in comune, il comune paga la luce e l'acqua a gente che viene da fuori... ti dà sui nervi! Mentre la gente che è dello stesso villaggio, non l'ascoltano! Prima ti occupi di casa tua, no? E dopo di chi viene da fuori".

L'unità nazionale

Torniamo a La Línea de la Concepción. Vox seduce anche una parte della classe media. Nel centro della città molti commercianti, ci viene detto, aspirano ai tagli fiscali promessi dal partito. Ma, anche in questo caso, nessuno vuole parlare di fronte alla telecamera.

L'unico che accetta di apparire in video è una figura intellettuale della città. Diego López Bonillo, una cattedra di filosofia all'università, appoggia soprattutto le tesi di Vox sull'integrità territoriale: "Vox ha detto che bisogna riformare il sistema spagnolo delle regioni autonome. Perché è servito a creare diverse categorie di regioni - afferma. "Perché il Paese basco deve avere un carico fiscale diverso dal mio?". E poi continua: "Sarebbe bene che lo Stato si riappropriasse delle competenze nell'istruzione. Perché non posso avere 17 storie diverse e divergenti a seconda che io sia dell'Estremadura, dell'Andalusia o della Catalogna. Io credo davvero che la situazione attuale possa condurre a una disintegrazione della nazione se non prendiamo la strada giusta".

L'unità nazionale, uno dei leitmotiv degli elettori di Vox. Fra questi, molti membri delle forze dell'ordine. Uno di loro accetta di incontrarci con sua moglie, a condizione che ne teniamo nascosta l'identità. Deluso dal partito popolare, la maggiore formazione politica conservatrice in Spagna, il poliziotto si è buttato su Vox. Una scelta troppo radicale per la consorte, che resta fedele ai popolari.

"Vedo che si apre uno spiraglio di speranza - dice l'agente -, in particolare rispetto alla difesa dell'unità territoriale e della costituzione. Soprattutto dopo gli ultimi eventi vissuti in Catalogna, e tutti questi anni nel Paese basco, adesso vedo qualcuno che si erge in difesa dell'unità del nostro paese. Io sono spagnolo, e indipendentemente dalle mie idee politiche, difendo il mio paese. E amo il mio paese. Per me è un sentimento: quando sento l'inno nazionale, mi viene la pelle d'oca..."

Un'emozione "molto maschile" per la moglie, che spiega così il suo pensiero: "C'è anche una parte andalusa dell'uomo di una volta, del 'macho iberico', come lo chiamiamo in Spagna. Una larga percentuale di chi vota per Vox consiste nell'uomo che ha idealizzato quello che avevamo prima, senza conoscerlo! La grande maggioranza degli elettori di Vox non ha conosciuto la dittatura, perché sono troppo giovani. E allora credono che il passato fosse migliore, e voteranno per loro".

La dipendenza da Gibilterra

Lo voteranno in molti, ma non tutti, a La Línea. Sul confine che separa la città da Gibilterra ogni giorno migliaia di spagnoli vanno a lavorare nel territorio diventato britannico tre secoli fa. Vox ne pretende la restituzione alla Spagna. La questione è controversa.

Si accende una disputa di fronte alla telecamera: per un giovane "Quelli di Vox sono fascisti". Il suo amico non concorda: "È quello che vogliono tutti! Quello che tutti pensano e che Vox dice ad alta voce", rilancia. E quello che tutti pensano è: "Prima gli spagnoli, e dopo gli altri". Per l'amico però "ci sono altre cose" e "vogliono toglierci i diritti". Il primo liquida la situazione appellandosi alla novità: "Vedremo che cosa succederà, non si sa ancora". Vorrebbe un salario dignitoso, poter lavorare bene, ma l'altro non ci sta: "Vogliono ridurre il salario minimo!", protesta: E poi: "In Spagna ci sono un sacco di idioti che non sono ancora usciti dal franchismo!" e si allontana con un'amara risata.

Vox ha promesso di creare una zona industriale a La Línea, per mettere fine alla sua dipendenza economica da Gibilterra. Un progetto in cui molti non credono.

Come Eladio, che è venuto a prendere suo padre, di ritorno da una visita alla figlia a Gibilterra. Padre per il quale Vox "Non vale niente. La prima cosa che hanno detto è che avrebbero chiuso la frontiera", e questo, prosegue il figlio, "Metterebbe in pericolo il mio lavoro e quelli di tutta la zona. Molte imprese dipendono da Gibilterra".

Ritroviamo Eladio qualche chilometro più in là, in una zona controllata dai trafficanti di droga. L'autofficina di famiglia che gestisce con suo fratello è una delle poche imprese dell'area. La metà dei suoi clienti proviene da Gibilterra. Aggiungendosi alla Brexit, l'entrata di Vox al governo rappresenterebbe un disastro per loro, dice. Ma non crede che il fenomeno Vox possa durare: "La maggior parte delle cose che stanno dicendo in campagna elettorale per me non sono praticabili, e sono anche un po' ridicole: lasciamo tutti fuori, chiudiamo le frontiere, per le donne niente aborto, meno libertà... Mi ricordano gli anni Quaranta, all'epoca di Hitler... Credo che molti abbiano votato Vox in Andalusia senza sapere esattamente che cosa rappresenta. Credo che l'abbiano votato più che altro per sanzionare gli altri partiti. Perché l'Andalusia è stata completamente abbandonata dal governo centrale e dal governo autonomo. Ed è una delle regioni in Spagna e in Europa con più disoccupati. Quindi credo, o spero, che l'ultima volta l'abbiano votato per protesta".

Abbandonati da tutti

In una città dove la disoccupazione colpisce il 35 per cento degli abitanti, Vox si aspetta di crescere ancora alle prossime elezioni.

Nel piccolo porto di pescatori di La Atunara, tutti condividono la stessa sensazione di abbandono. Bloccati dalle acque territoriali di Gibilterra, strangolati dalle quote imposte dall'Unione europea, i pescatori sono rovinati, ci dice Esteban. E non si aspettano più niente dalla classe politica. O quasi.

"Io credo sempre meno nella politica - confessa -. Quelli che abbiamo adesso vendono aria fritta. Sono arrivati i socialisti, i popolari, e non hanno fatto niente di niente. Tante promesse, e non ne hanno mantenuta nessuna. La gente è delusa. Credo che nessuno avrebbe mai immaginato, nemmeno quelli di Vox, che sarebbero arrivati dove sono arrivati. Ma come si dice: conosciamo già il male, l'abbiamo già vissuto, potrebbe essere peggio? Non credo. Ci proviamo. E se va male, fra quattro anni vedremo. Perché siamo stufi delle bugie. Così non si va avanti. Così non si rimette in piedi un paese".

Journalist • Selene Verri

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