Intervista a Marek Halter: "Sogno ancora di cambiare il mondo"

Intervista a Marek Halter: "Sogno ancora di cambiare il mondo"
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Di Isabelle Kumar
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Il celebre scrittore francese, di origine polacca, presenta a Euronews il suo nuovo libro di memorie, dal titolo: "Je rêvais de changer le monde" (Sognavo di cambiare il mondo). E Marek Halter lo sogna ancora: con un progetto per la pace tra Israele e Palestina. E un pensiero alla sua Clara...

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Negli studi di Euronews a Lione si aggira un personaggio molto conosciuto nel mondo della cultura in Francia, ma apprezzato anche in altri paesi per il suo impegno sociale e i suoi libri tradotti in molte lingue, per fortuna anche in italiano.
Marek Halter ha 81 anni, ma con quella sua barba nera e la sua energia indistruttibile sembra un quarantenne.
Marek Halter è uno scrittore francese di origini polacche ed ebree, uno scrittore di successo, di quelli che non si crogiolano nel loro "ego", ma continuano a scrivere soltanto perchè hanno qualcosa da dire e da raccontare.
Questo nuovo libro, già uscito in Francia, potrebbe essere l'ultimo di Marek Halter: sono le sue memorie, riunite sotto il titolo "Sognavo di cambiare il mondo", titolo originale francese "Je rêvais de changer le monde".
Ma, in fondo, Marek Halter, spera ancora di cambiare il mondo.
Ve ne accorgerete leggendo e ascoltando questa intervista. ¨

"Scrivere è come immergere le mani nella pentola bollente della memoria".
Marek Halter
Scrittore

- Isabelle Kumar, Euronews:
Marek Halter, intellettuale, scrittore, combattente per la pace...La sua storia è straordinaria e la racconta nelle sue memorie. "Sognavo di cambiare il mondo". Ma lei ha detto che l'atto di scrivere, è - la cito - come immergere le mani "nella pentola bollente della memoria". Come ha vissuto questa esperienza di scrivere i suoi ricordi?

"L'ultima frase del libro: Clara è morta"

Marek Halter, scrittore francese di origine polacca:
"Non è stato facile perché quando si decide di scrivere le tue memorie, significa che si accetta l'idea che la vita sia già alle nostre spalle...altrimenti aspetteremmo...di colpo, ci rendiamo conto di essere mortali. E ci si chiede quanto tempo abbiamo ancora.

E io forse non avrei mai scritto se mia moglie non si fosse ammalata, è stata colpita da una malattia incurabile, per il momento, il Parkinson - e come ho letto in molti libri, tra cui "Faust" di Goethe - ho proposto alla morte, che per me è come un diavolo - è il male assoluto - un patto: "Tu lasci tranquilla Clara il tempo necessario per finire le mie memorie", perché mi piacerebbe leggerle qualche riga e - cosa straordinaria - lei è morta nel momento in cui ho terminato le mie memorie. E mi è rimasta solo una frase da aggiungiere...l'ultima frase del mio libro: "Clara è morta."

È favoloso! Crediamo in Dio o no, al destino o al caso...non importa!"

- Isabelle Kumar:
Quando aveva dieci anni, lei ha incontrato Stalin e lei ha detto che si è trattato di un incontro che l'ha fortemente segnata e che ha cambiato la sua vita.

"Stalin? È solo un uomo come noi"

"Stalin era un uomo molto più piccolo di quello che sembrava nei ritratti".
Marek Halter
Scrittore

Marek Halter:
"Stalin ha dissacrato ai miei occhi la funzione di un capo. Avevo dieci anni, è stato il primo anniversario della vittoria sul nazismo, così mi hanno inviato con una delegazione, donando dei fiori a Stalin,, C'è una foto nel mio libro...e all'improvviso ho visto un uomo molto più piccolo dei ritratti che ho visto nelle sale della stazione. puzzava di fumo stantio, è stato terribile. Così ho fatto due passi indietro e invece di dargli i fiori, ho indietreggiato ed è stato lui che è venuto da me a prendere i fiori...E, tutto ad un tratto, mi sono detto: "È un uomo come noi".

- Isabelle Kumar:
E questo incontro l'ha cambiata a tal punto che le è servito, quando ha provato, ad esempio, a negoziare la pace tra israeliani e palestinesi...

"Yasser Arafat, Shimon Peres vuole incontrarti a casa mia"

Marek Halter:
"Esattamente: mi ha completamente liberato, non c'era alcun problema, quando ho visto Arafat per la prima volta non c'erano problemi, abbiamo parlato, lui non capiva molto bene il mio personaggio: un ebreo pro-Israele che viene a cercarlo dopo che ho convinto Shimon Peres a incontrare Arafat. l'ho chiamato, gli ho detto. "Yasser, Shimon Peres vuole incontrarti a casa mia a Parigi.". Lui rispose: "Pensi che sia ragionevole?". E io gli dissi: "Nessuno lo saprà, sarà a casa mia". Ed è così che iniziò la trattativa che ha portato agli accordi di Oslo".

Un momento dell'intervista, realizzata negli studi di Euronews a Lione.

- Isabelle Kumar:
Nel titolo del suo libro: "Sognavo di cambiare il mondo", la frase è al passato...

Marek Halter:
"Non è passato!"

- Isabelle Kumar:
No? Le restano ancora delle sfide?

"Il mio progetto: se avrà successo, ci sarà la pace in Medio Oriente"

"Riunire 300mila donne, metà israeliane e metà palestinesi e portarle a Gerusalemme, con un'unica scritta: Pace".
Marek Halter
Scrittore

Marek Halter:
"Certo...ho un progetto: penso che se avrò successo, ci sarà la pace in Medio Oriente". C'è un nuovo elemento che è emerso in questi 50 anni...Quindi la mia idea è semplice: riunire 300.000 donne - metà palestinesi e metà israeliane - da mostrare in tutte le televisioni, inclusa Euronews, e portare questi due immensi cortei a Gerusalemme con una sola scritta: Shalom, Salaam, Pace...

Nessuno oserà sparare a questa folla, e poi ci saranno gli abbracci tra queste due immense folle di donne, e vi garantisco che un anno dopo, non si parlerà più del conflitto israelo-palestinese".

Edizione speciale di "Cult" con Marek Halter.

Risorse addizionali per questo articolo • EDIZIONE ITALIANA E WEB: CRISTIANO TASSINARI

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