The Brief: l'ombra di Orban spacca il Partito Popolare Europeo

The Brief: l'ombra di Orban spacca il Partito Popolare Europeo
Diritti d'autore Reuters/BERNADETT SZABO
Di Elena Cavallone
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Pochi mesi fa a Helsinki il Partito Popolare Europeo sembrava deciso a presentarsi compatto alle prossime elezioni europee. Ma l'enfant terrible dei democristiani europei, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha superato troppe linee rosse e ora alcuni membri ne chiedono l'espulsione.

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In questa edizione: 

Orban rischia l'ammutinamento

La luna di miele nel partito popolare europeo sembra essere finita. Il gruppo politico più grande d'Europa potrebbe perdere uno dei suoi membri più influenti: il partito Fidesz del primo ministro ungherese Viktor Orban.

A far traboccare il vaso è stata soprattutto la campagna elettorale contro il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, anche lui membro della stessa famiglia politica.

"Viktor Orban ha virato rapidamente verso l'estrema destra - afferma l'eurodeputato verde Philippe Lamberts- ci sono già stati altri episodi gravi. Il partito popolare europeo voleva mantenere l'illusione che questa persona potesse appartenere alla famiglia. Spero che anche le ali piu estreme del PPE dicano quanto è troppoè troppo".

Orbán vorrebbe rimanere nel PPE, dove ci sono personaggi chiave, come come Angela Merkel. Ma anche Orban e il suo partito sono importanti per il PPE. Il gruppo politico è destinato a perdere seggi alle prossime elezioni europee, mentre Fidez sarà l'unico a guadagnarne.

Alcuni sostengono che mantenere Orban nella famiglia politica sia l'unico modo per tenerlo sotto controllo. Altri invece vogliono liberarsi di una presenza imbarazzante, a cui è stato chiesto molte volte di correggere le sue posizioni.

Orbán potrebbe unirsi agli euroscettici nel parlamento europeo e spingere le sue politiche fino all'estremo. Il PPE perderebbe una parte consistente dei suoi deputati e Fidesz potrebbe portare con sé alcuni suoi simpatizzanti.

Ma la sua partenza potrebbe anche aprire la strada a una futura coalizione con la sinistra o i liberali, come "En Marche" di Emmanuel Macron.

L'attentatore del museo ebraico di Bruxelles rompe il silenzio

Il francese Mehdi Nemmouche, accusato di aver ucciso quattro persone al museo ebraico di Bruxelles quasi cinque anni fa, si è dichiarato non colpevole, sostenendo di essere stato "incastrato". Finora il presunto jihadista è sempre stato in silenzio. Alla fine del dibattimento è previsto un verdetto, che potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Nemmouche rischia l'ergastolo.

Tassare le compagnie aeree per salvare il clima

Il Belgio ha proposto l'introduzione di una tassa europea sull'aviazione commerciale. Attualmente non vi è alcuna tassa sul cherosene o un'IVA inclusa nei biglietti aerei, due opzioni per applicare l'eventuale tariffa. La proposta è stata discussa in una riunione dei ministri dell'ambiente martedi a Bruxelles.

L'appello Huawei per la sicurezza informatica

Il produttore di apparecchiature tecnologiche Huawei invita i governi, l'industria delle telecomunicazioni e le autorità di regolamentazione a collaborare per creare degli standard comuni di sicurezza informatica.L'appello arriva dopo l'apertura a Bruxelles di un centro di sicurezza informatica. Huawei è sotto i riflettori per via dei rischi per la sicurezza dei suoi dispositivi.

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