Necessario mettere in sicurezza gli edifici attigui a quelli collassati. Finora accertate 6 vittime; 2 i dispersi
Sono state sospese per 24 ore le attività di ricerca tra le macerie degli immobili crollati a Marsiglia. Le autorità temono l'effetto domino, e intendono mettere in sicurezza gli spazi tra il 63 e il 65 di rue de l'Aubagne, prima di continuare a scavare. Solo al 65 ci abitava qualcuno, mentre l'edificio attiguo, da anni con porte e finestre murate, era a volte usato come rifugio dai senzatetto. Una condizione a quanto pare non troppo rara: si allarga l'attenzione sulle condizioni statiche di almeno 40.000 costruzioni che nella sola città mediterranea potrebbero trovarsi in condizioni analoghe. Un dato che ieri ha portato molti marsigliesi a protestare pubblicamente contro l'assenza di una politica per la casa, chiedendo esplicitamente le dimissioni del sindaco.
Mentre si indaga per accertare le cause del crollo e anche eventuali responsabilità aministrative, emergono i segnali d'allarme che gli abitanti avevano lanciato in passato. Xavier Tarabeux, procuratore della Repubblica di Marsiglia: "La stessa mattina della catastrofe un inquilino del terzo piano non ha potuto aprire la porta del suo appartamento, mentre un altro è dovuto uscire di casa senza poterla chiudere. Sono indizi del fatto che l'immobile stesse muovendosi".
Il bilancio delle vittime, considerato ancora provvisorio, è di sei morti e due dispersi. Tra i corpi recuperati e identificati anche quello della trentenne italiana Simona Carpignano. La tragedia spinge il governo ad affrontgare il problema degli edifici a rischio. Il ministro dell'Interno, Castaner, ha annunciato l'avvio di una diagnosi "edificio per edificio".