Migrazioni, com'è cambiato il Niger?

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Il reportage di Valerie Guriat per Insiders, tra fondi europei che non arrivano e una legge che intanto ha colpito duramente l'economia locale

Per questa edizione di Insiders andiamo in Niger, porta dell’Africa verso l’Europa. Un Paese che negli ultimi anni ha cercato di limitare l'immigrazione clandestina, con il sostegno dell'Unione Europea.

Mentre si parla di nuovi possibili hotspot nel Paese, la giornalista di Euronews Valerie Guriat ha realizzato un reportage sul terreno per capire come è cambiato il Niger dopo la nuova legge sull'immigrazione irregolare del 2015.

I fondi dell'Europa

Il Niger agisce adesso come il poliziotto d’Europa per quanto riguarda le migrazioni. L’idea è semplice: arruolare polizia ed esercito per impedire ai migranti di lasciare il Niger, scegliere i pochi fortunati che hanno diritto all’asilo in Europa e tenerli in centri di transito fino a ulteriori ricollocamenti.

In cambio di questo sforzo per ridurre l’immigrazione illegale, il Niger, uno dei Paesi più poveri del mondo, riceve fondi dell’Unione europea, inclusi soldi per aiutare i trafficanti a trovare nuovi lavori legali.

L'idea sta funzionando?

Dipende per chi. Per l’Europa, di sicuro. Il numero dei migranti che passano dal Niger è diminuito drasticamente. Per il Niger, meno, secondo quello che ha riscontrato la nostra giornalista sul terreno. I soldi dell’Europa non stanno arrivando ad abbastanza persone e non possono compensare le perdite di un’economia largamente dipendente dal business delle migrazioni.

Il Niger deve anche affrontare il flusso di migliaia di migranti africani che tornano dalla Libia dopo aver subito ogni sorta di abusi, e che aspettano di tornare nel loro Paesi d’origine. Sono circa 300mila i migranti, i rifugiati e i rimpatriati, inclusi i bambini, bloccati nel limbo.

Foto di Valerie Guriat
la testimonianza di un migrante in EuropaFoto di Valerie Guriat

"Certamente l'Unione Europea in Niger non ha raggiunto i suoi obbiettivi",spiega Valerie Guriat. "Ci sono alcune ragioni per questo. Innanzitutto i fondi dedicati alla lotta contro le migrazioni sono destinati a diversi progetti. Uno è riformare e rinforzare la sicurezza interna, gestire i confini e aiutare il Niger a combattere il traffico di esseri umani. Il cosiddetto pacchetto di riconversione che ha l’obbiettivo di aiutare le persone a trovare nuove attività economiche è una piccola parte di tutto ciò. In secondo luogo molte persone ci hanno detto che questi fondi spesso sono gestiti da agenzie di sviluppo che non sempre sanno farlo, quindi c’è molta burocrazia e ci sono molti ritardi".

"Meno di 400 persone hanno beneficiato degli aiuti"

Valerie Guriat ha incontrato uno degli ex passeur, Abdouramane, che ha interrotto la sua attività e ha beneficiato di un programma dell’Unione Europea per la riconversione. Per iniziare una nuova attività Abdouramane ha ricevuto sedie e altoparlanti, che affitta per le feste.

"Prima facevo molti più soldi, anche 800 euro a settimana. Adesso soltanto 30 euro a settimana", spiega.

“Abbiamo rispettato la legge, non lavoriamo più, abbiamo smesso, e adesso lo stato del Niger e l’Unione europea ci hanno abbandonato. Le persone sono qui, hanno famiglie e bambini, e non hanno nulla. Mangiamo con i nostri risparmi, con i soldi che abbiamo fatto prima. È molto dura per noi", ha spiegato Bachir Amma, presidente, presidente di un gruppo chiamato Associazione degli ex lavoratori delle migrazioni.

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