Regno Unito: "Cyber-attacchi? Colpa degli 007 russi"

Il confine fisico tra i due blocchi non esiste più, ma la cortina di ferro non è affatto morta e sopravvive in Rete.
Si consuma sul web la contrapposizione, la guerra fredda post litteram, tra Russia e paesi di Regno Unito e Commonwealth. Gran Bretagna e Australia hanno infatti accusato l’intelligence militare russa di condurre attacchi informatici - definiti temerari e irresponsabili - contro istituzioni politiche, imprese e media di tutto il mondo.
Sul tentativo di isolare la Russia, le parole del ministro della Difesa del Regno Unito, Gavin Williamson: "Quello che stiamo facendo, con l'appoggio dei nostri alleati, è evidenziare il fatto che queste sono le azioni di uno Stato che opera in maniera sconsiderata. Non sono le azioni di una grande potenza. Si tratta dell'operato di uno 'Stato paria'. E noi, insieme ai nostri alleati, continueremo ad isolarli per fargli capire che non possono continuare ad agire in questo modo".
Tra gli attacchi identificati - e denunciati anche negli Stati Uniti - ci sarebbe quello al Partito Democratico, durante la campagna per le presidenziali americane del 2016.
Il Centro di Cyber-Security del Regno Unito ne è convinto: gli hacker hanno colpito istituzioni e cittadini di molti Paesi, inclusa la Russia, e costano alle economie nazionali milioni di sterline.
Bersaglio dei cyber-attacchi anche la WADA, l'Agenzia Mondiale Antidoping: secondo quanto si è appreso, l’intelligence militare russa si sarebbe appropriata di documenti riservati, attraverso l’intrusione illecita nel database dell’Agenzia.