Sul caso dell'Aquarius: "La decisione italiana di bloccare i porti forse è legale, ma certo non aiuta"
Parliamo di questioni legate alle migrazioni, con Eugenio Ambrosi, dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Damon Embling, Euronews: "Che cosa ne pensa del dramma che si sta svolgendo attorno all'Aquarius?"
Eugenio Ambrosi, IOM: "È la conferma del problema che colpisce l'Europa almeno da tre, quattro anni, da quando il flusso è divenuto crescente. Il fatto è che manca tanto una risposta comune quanto una governance comune del flusso e dell'intero fenomeno migratorio".
Euronews: "Chiudendo i porti, l'Italia infrange la legge?"
Eugenio Ambrosi: "Penso che ci sia una sorta di zona grigia, e tutto ruota intorno alla definizione di "porto sicuro più vicino". È chiaro che la responsabilità di una nave che salva persone in mare, migranti o no, ha degli obblighi e deve essere autorizzata ad attraccare nel porto sicuro più vicino: in quella specifica parte del Mediterraneo, l'Italia è responsabile per l'area di ricerca e soccorso, e alla fine si suppone che effettui la chiamata su come e dove una nave possa attraccare o meno. Quindi ciò che hanno fatto forse è legale, ma non necessariamente è utile in questa specifica situazione "
Euronews: "Arriva in un momento in cui l'Europa sta affrontando una massiccia crisi di identità, cosa ne pensa di ciò che sta accadendo tra Francia e Italia?"
Eugenio Ambrosi: "Penso che la domanda da porsi sia sul perché in tema di migrazioni l'Unione europea non riesca ad agire in forma comune; e anche se questo rappresenti o meno il sintomo di una malattia più grande, per una Unione che registra molte divisioni e versa in difficoltà quando deve vedersi unita. È questa la domanda a cui l'Europa dovrebbe rispondere".