"Known Unknowns", contenuti forti e forme sperimentali alla Saatchi Gallery

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La galleria londinese mette in mostra artisti poco conosciuti che amano esprimere turbamenti atavici e cercare effetti inediti.

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La vocazione della Saatchi Gallery è di esporre artisti contemporanei ignoti al grande pubblico. Ora la galleria londinese ne ha selezionati 17 per una mostra che è tutta una scoperta, svela la direttrice Philippa Adams: "L'abbiamo chiamata 'Known Unknowns', 'Noti sconosciuti', perché abbiamo messo insieme un gruppo alquanto eclettico di artisti della nostra collezione di cui sentivamo che meritavano più attenzione e un pubblico più ampio. Alcuni di loro sono già molto rispettati all'interno del mondo dell'arte, ma altri sono molto giovani, hanno appena finito gli studi".

Mona Osman è una di loro. Questa mostra è l'opportunità di una vita per questa giovane pittrice, che fino a non molto tempo fa faceva la cameriera in un ristorante. Ristorante che aveva però anche una piccola galleria. E "Nel 2016 - racconta l'artista - si sono trovati con dello spazio libero nella galleria, e allora mi hanno chiesto se volessi esibire le mie opere, e naturalmente ho accettato. Un giorno Sir Saatchi è venuto alla mostra e ha comprato sei dei miei lavori".

Ad avere colpito il collezionista d'arte sono stati i suoi dipinti a olio, che mettono in scena la lotta interiore delle identità attraverso pennellate pesanti e colori intensi: "Mi interessa molto quello che chiamo il 'dietro le quinte della personalità', la parte che non ci piace mettere in mostra. Il titolo di uno dei miei quadri è 'Lo faccio solo perché ti amo' e vuole rappresentare una certa dinamica contorta in cui diciamo di fare qualcosa in nome dell'amore, finendo per opprimerci a vicenda, e trasformando un gesto gentile in un qualcosa di soffocante".

La mostra presenta una vasta gamma di forme d'arte, tra cui sculture, video e collage. A unire questi artisti è la voglia di esplorare nuovi territori. Come fa Rannva Kunoy, i cui quadri - svela - "sono il risultato di otto anni di sperimentazione in studio. Se osservate la superficie delle opere vedrete che è estremamente sottile, non c'è rilievo, quindi in pratica questi dipinti cercano di spingere l'immaterialità del quadro all'estremo. Sono realizzati con pigmenti di cristallo che fanno risplendere luce dentro e fuori dalla superficie. Ne risulta una sensazione di movimento, perché andando da un lato all'altro del quadro, il colore cambia. È quasi come una lampada, sono generatori di luce".

L'esposizione affronta anche temi contemporanei come la rappresentazione dell'immagine del corpo nell'era digitale.

Known Unknowns, alla Saatchi Gallery di Londra, è aperta al pubblico fino al 12 agosto.

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