In circa 2.000 a Varsavia contro i piani del governo conservatore. Da mercoledì all'esame del parlamento un progetto di legge che vieta l'interruzione di gravidanza in caso di malformazioni al feto
La piazza polacca ci riprova e dopo aver affondato il progetto che lo scorso anno mirava a un divieto quasi totale dell'aborto, torna a farsi sentire contro le nuove restrizioni progettate dal governo conservatore del primo ministro Jaroslaw Kaczinsky.
"Oltre all'utero abbiamo anche un cervello"
"Oltre all'utero abbiamo anche un cervello", il messaggio affidato agli striscioni da circa 2.000 persone riunitesi davanti al Parlamento a tre giorni dall'invio in commissione di un progetto mirato a sopprimere la possibilità di interrompere la gravidanza in caso di malformazioni al feto.
"No all'interventismo di matrice cattolica". Voci e paure dei manifestanti
A spaventare i manifestanti è soprattutto il crescente interventismo nell'ambito delle libertà individuali, che il governo conservatore del partito Diritto e giustizia sta ispirando alla morale cattolica. "Le donne vogliono decidere della loro vita - dice una giovane -, non piegarsi a una legge che è subordinata alla religione". A sposare simili inquietudini anche degli uomini, scesi in piazza per sposare la battaglia contro le limitazioni all'aborto: "Mi spaventa ogni volta che dall'esterno ci si dice di sapere cosa è meglio per noi e si decide quindi al nostro posto - dice uno di loro -. È per questo che sono qui oggi".
Se il progetto di legge allo studio passasse, il ricorso all'aborto resterebbe possibile nei soli casi di rischio alla vita o alla salute della madre e di gravidanza conseguente a uno stupro.