Dall'UE 1.2 miliardi all'Italia per il terremoto. Il sindaco di Amatrice a euronews:"finora nessun intervento europeo"

Dall'UE 1.2 miliardi all'Italia per il terremoto. Il sindaco di Amatrice a euronews:"finora nessun intervento europeo"
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Approvato mercoledi il fondo di solidarietà europeo per aiutare l'Italia a gestire l'emergenza causata dal sisma. Per Sergio Pirozzi è ora di tornare a un'Europa solidale

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(intervista integrale in fondo alla pagina)
Finalmente un accenno di solidarietà per l’Italia. Approvato mercoledì dal Parlamento europeo lo stanziamento di 1.2 miliardi di euro per aiutare il Paese ad affrontare l’emergenza generata dal terremoto che tra agosto del 2016 e gennaio del 2017 colpì molti comuni in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Stando alle stime della protezione civile, i danni provocati dalle sequenze sismiche che causarono la morte di 333 persone ammontano a più di 21 miliardi di euro. Un piccolo grande contributo, dunque, che per l’eurodeputato responsabile dell’iniziativa Giovanni La Via è un segno che l’Europa è viva. “Bisogna continuare in questa direzione ha affermato questa è una risposta ai populisti che dicono che l’Europa non serve a niente”.

Voto finale sullo stanziamento di 1,2 mld di euro per le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. L’Europa solidale e concreta! pic.twitter.com/WadCq3zFB6

— Giovanni La Via (@giovannilavia) 13 settembre 2017

Ma un anno dopo, l’emergenza rimane alta nelle zone terremotate: milioni le tonnellate di macerie ancora da smaltire e migliaia le famiglie in attesa di una sistemazione. Per gestire la crisi, la protezione civile ha già ricevuto un anticipo del fondo, pari a 30 milioni di euro.
“Noi lo stiamo già utilizzando tramite le regioni o altre istituzioni coinvolte per il ripristino delle infrastrutture, una gran parte nella fornitura di strutture ricettive provvisorie e poi anche per la messa in sicurezza del patrimonio culturale”, spiega Giovanni de Siervo del dipartimento delle relazioni internazionali della Protezione civile.
E proprio le polemiche sui ritardi nella consegna degli alloggi temporanei infiammano lo stivale: delle oltre 3600 casette ordinate, ne sono arrivate solo 610. In parte ciò è dovuto alla fragilità e alla particolare morfologia dei territori colpiti che rende più difficile individuare le aree idonee ad accogliere queste strutture.
“Finora non abbiamo visto nessun intervento diretto a livello europeo” così il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, aveva commentato a euronews prima di volare a Berlino mercoledi per incontrare la cancelliera Merkel.
“Mi aspetto che questi soldi stanziati vengano utilizzati nella maniera giusta, prendendo come termine di paragone prima la sicurezza”.
Secondo il primo cittadino, davanti a tragedie come quelle che hanno messo in ginocchio il centro Italia è necessario che l’Unione europea recuperi il senso di solidarietà diffusa. “Solo in questo modo saremo sulla strada giusta. Se poi dopo il terremoto tornerà ad essere l’Europa degli egoismi nazionali secondo me non si va da nessuna parte”.
Quella approvata a Strasburgo è la somma più elevata mai stanziata a titolo di fondo di solidarietà UE. Dalla sua creazione, nel 2002, l’Italia è il paese che finora ne ha maggiormente beneficiato, ricevendo circa 2.5 miliardi di euro.

Euronews:
A poco più di un anno dal terremoto che distrusse Amatrice,il parlamento europeo veterà lo stanziamento dei fondi per aiutare l’Italia a gestire l’emergenza. Pensa che questo contributo possa avere un impatto determinante sulla ripresa del territorio?
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice
Ad oggi interventi diretti sia a livello europeo che statale non abbiamo ancora visto niente. E’ tutto ancora in fase di contrattazione. Mi aspetto che questi soldi stanziati vengano utilizzati nella maniera giusta, prendendo come termine di paragone prima la sicurezza e poi la bellezza e se è possibile tutte e due le cose va benissimo. Al momento da una parte c‘è un mondo che riparte grazie al cuore degli italiani ma anche di alcuni stati europei. Non posso dimenticare il grande contributo della Germania di 6 milioni di euro per la ricostruzione dell’ospedale.
Euronews:
E che cosa dirà alla Merkel?
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice
Io la ringraziero perchè l’ospedale di Amatrice nasce sulla scorta delle donazioni, fu fatto dagli amatriciani. Vede, se l’Europa recupererà il senso di solidarietà diffusa che è all’origine dei trattati allora siamo sulla strada giusta. Se poi dopo il terremoto tornerà ad essere l’Europa degli egoismi nazionali secondo me non si va da nessuna parte. Io mi auguro che questa triste vicenda del terremoto e la testimonianza de fondi stanziati dall’Unione europea non siano relativi solo a questo spaccato ma diano la possibilità di ragionare in maniera globale sulle esigenze di queste terre senza dimenticare lo spirito dei padri costituenti. Oggi ho avuto a volte l’impressione che ci sia una battaglia per fare in modo che un popolo prevalga sull’altro. Io mi auguro che questo terremoto dia la possibilità a tutti di rivedere le proprie idee, altrimenti io non vedo un grande futuro per l’Europa.
Euronews:
Quante persone si trovano ancora senza un alloggio?
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice
Qui il terremoto ha distrutto 8000 abitazioni e sono 500 le famiglie che hanno diritto ad alloggi provvisori. Oggi ne sono entrate più del 50% e spero che a fine mese ne entri un altro 20-30%. Qui abbiamo fatto una scelta molto precisa: essendo il nostro un territorio molto vasto, abbiamo deciso di costruire le casette in prossimità delle frazioni distrutte e di non creare un’ unica nuova città. Abbiamo voluto rispettare l’identità del territorio, preferisco che gli anziani muoiano vecchiaia invece che di terremoto.
Euronews:
Perchè sulla consegna degli alloggi provvisori si è perso del tempo?
E’ la procedura che è complicata: bisogna individuare prima le aree, poi la Regione le deve valutate come idonee e il comune indicare quante sono le abitazioni di cui c‘è bisogno. In seguito bisogna effettuare vari sopralluoghi tecnici e indire una gara d’appalto per costruire gli alloggi. La vera sfida pero’ è il lavoro: adesso per fortuna siamo riusciti ad ottenere che il ministero dello sviluppo economico dichiarasse la nostra come una zona franca e quindi ad avere le condizioni per ripartire nel mondo del lavoro.
Euronews:
A che punto è lo smaltimento delle macerie?
Ci sono circa piu di un milione di tonnellate di macerie nel Lazio. Adesso pero sono partiti i mezzi per la rimozione e spero che queste operazioni si concludano nel giro di un anno, altrimenti é dura parlare di ricostruzione. Inoltre queste macerie raccontano le storie di persone che non ci sono piu. Io me le immagino e me le ricordo ogni volta, e cosi fa chi le ha sotto gli occhi tutti i giorni.

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