Una legittima vendetta di Stato?

Una legittima vendetta di Stato?
Diritti d'autore 
Di Gioia Salvatori
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Restituire il male sofferto o puntare sulla riabilitazione: la pena (di morte) a cavallo fra opposte filosofie

PUBBLICITÀ

“Lo Stato si sostituisce in qualche modo alla vendetta privata, per questo la pena di morte è considerata in alcune democrazie come un utile strumento deterrente, lo Stato protegge e restituisce il male sofferto”: così Paola Gaeta, professoressa di Diritto internazionale presso il Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra, spiega ai microfoni di euronews il principio giuridico e filosifco usato dai fautori della pena di morte. I contrari “insistono molto di più sulla funzione preventiva della pena che è quella di dissuadere dalla conduzione di futuri reati secondo il principio che la persona debba essere sempre rispettata, qualunque sia il crimine commesso, e riabilitata”.

Gioia Salvatori, euronews
“Noi siamo abituati a pensare che un individuo disponga in tutto e per tutto della propria vita, invece in alcune democrazie occidentali vigeva o vige la pena capitale. Quale concezione filosofica o principio giuridico si segue per giustificare la pena di morte?”

Paola Gaeta, professoressa di Diritto internazionale presso il Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra
“I fautori della pena di morte invocano un principio molto tradizionale ossia che la pena deve essere in qualche modo commisurata al delitto commesso e quindi invocano una funzione del diritto penale che si chiama in termini tecnici retributiva, nel senso che lo Stato risponde al crimine commesso restituendo quello che il reo ha commesso”.

euronews
“Una sorta di occhio per occhio, dente per dente?”

Paola Gaeta
“Assolutamente, quindi non dobbiamo stupirci del fatto che la pena di morte viene considerata in alcune democrazie come un utile strumento anche deterrente, nel senso che la funzione della pena di morte non viene vista in via preventiva, quindi per prevenire altri reati, ma proprio in funzione deterrente attraverso l’esemplarità della pena, l’esemplarità dell’azione dello Stato che si sostituisce in qualche modo alla vendetta privata attraverso però la reazione dello Stato”.

“I fautori della pena di morte nella sua concezione filosofica rispondono più a un bisogno direi ‘etico’ di restituire il male sofferto, quindi l’esemplarità della pena, serve a far vedere che lo Stato esiste e protegge. Per chi invece pensa che la pena di morte non sia legittima, i contrari, gli abolizionisti, insistono molto di più sulla funzione preventiva della pena piuttosto che la funzione retributiva, la pena deve servire a dissuadere dalla conduzione di futuri reati e in questo caso i calcoli che dicono che non funziona, hanno un valore. Si insiste sulla funzione riabilitativa della pena, si guarda alla persona e non al crimine, si considera che la persona debba essere sempre rispettata, qualunque sia il crimine che questa persona ha commesso e quindi una funzione del diritto penale completamente diversa”.

Condividi questo articoloCommenti