Migrazioni: L'Ue vuole lavorare con i paesi del Sahel

Migrazioni: L'Ue vuole lavorare con i paesi del Sahel
Di Euronews
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Chiesto l'aiuto di Iom e Unhcr per aiutare a gestire il flusso dei migranti provenienti dal sud della Libia

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La nuova frontiera del controllo delle migrazioni passa per il Sahel. L’Unione europea ora intende lavorare con i governi dei paesi della regione, con l’aiuto di agenzie Onu come l’“Organizzazione internazionale per le migrazioni”:http://www.italy.iom.int/ e l’Unhcr, che per la prima volta lunedì erano presenti al Consiglio degli Affari esteri a Bruxelles.

At the invitation of High Representative FedericaMog</a>, <a href="https://twitter.com/IOMchief">IOMchief and I are addressing EU foreign ministers on migration & refugees. pic.twitter.com/HhOhGdisci

— Filippo Grandi (@RefugeesChief) 17 luglio 2017

“È grazie al loro lavoro al sud della Libia – ha spiegato l’Alta rappresentante per la politica estera Federica Mogherini – in particolare del governo nigerino, se ora il più basso punto di accesso verso la Libia passa dal Niger. È anche grazie alla cooperazione delle autorità in Niger e delle autorità locali”.

Ma, denuncia Amnesty International, chiudere le frontiere intorno alla Libia non è una soluzione efficace, come dimostrano gli esempi di muri e barriere eretti in altre zone del mondo in passato. Per trovare una soluzione, dice la direttrice dell’ufficio europeo dell’ong Iverna McGowan, bisogna guardare le cose diversamente: “Più alto è il muro che costruisci, più alta sarà la scala usata per saltare dall’altro lato. È molto chiaro che finché ci saranno violenze, conflitti, crimini di guerra e povertà disperata, le persone continueranno a fuggire e continueranno a spostarsi. Ci vuole un approccio più olistico: possiamo offrire visti, istruzione, ricongiungimento familiare, reinsediamento?”

Il Sahel, tra il deserto del Sahara e la savana del Sudan, è una delle regioni più povere al mondo. Afflitta da quattro consecutive crisi alimentari dal 2005 e da numerosi conflitti, è anche una delle zone più a rischio per gli effetti del cambiamento climatico.

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