I 600 milioni del prestito ponte ad Alitalia per sei mesi sono “un male necessario” per “evitare il peggio”: lo dice il ministro dello sviluppo italiano Carlo Calenda all’indomani del commissariamento
PUBBLICITÀI 600 milioni del prestito ponte ad Alitalia per sei mesi sono “un male necessario” per “evitare il peggio”: lo dice il ministro dello sviluppo italiano Carlo Calenda all’indomani del commissariamento della compagnia, ribadendo che è esclusa la nazionalizzazione.
Dal canto loro i lavoratori, che avevano bocciato con il 67% dei NO l’accordo fra azienda e sindacati, si difendono: per l’unione sindacale di base Alitalia “scarica su di loro la disastrosa gestione di questi anni”.
“La colpa non è assolutamente dei lavoratori, i lavoratori hanno fatto assolutamente il loro dovere, con amore e con alacrità”, sostiene Corrado Di Vincenzo, dipendente di Alitalia. “Il problema nasce dal management che evidentemente non ha saputo identificare le giuste strategie, nasce dai governi che non hanno saputo legiferare bene per il settore”.
Comunicato stampa Alitalia: avviata la richiesta per il Commissariamento pic.twitter.com/pIt3Duj5qM
— Noi dell’Itavia (@noidellitavia) 2 mai 2017
10 mosse per rilanciare Alitalia
1.Primo presupposto, l’intervento diretto dello Stato, sino alla nazionalizzazionehttps://t.co/LVmETx8SFEpic.twitter.com/zda7YVh62w— USB Sindacato (@usbsindacato) 3 mai 2017
Delusione ai vertici di Etihad,da inizio 2015 azionista al 49% di Alitalia:l’amministratore delegato James Hogan ha fatto sapere che la compagnia degli Emirati Arabi Uniti non può investire altri soldi se ogni stakeholder non fa la propria parte.
Etihad says will no longer invest in Italy’s Alitaliahttps://t.co/iS1vlruF3o
— Giselda Vagnoni (@GVagnoni) 2 mai 2017
Intanto i tre commissari avvieranno le procedure per la vendita della compagnia aerea entro 15 giorni. Di recente la tedesca Lufthansa, le Ferrovie dello Stato e la banca Intesa San Paolo hanno escluso di essere interessate all’acquisto.