Dopo lo scamppato pericolo dellla vittoria degli euroscettici, Mark Rutte deve cercare di allargare la sua base in parlamento. Wilders sta alla finestra
L’Olanda dice no all’ondata populista e riconferma Mark Rutte alla guida del Paese dei tulipani. Ma è andata proprio così? Davvero l’euroscettico Geerd Wilders ha subito una batosta? Non proprio.
A leggere i dati il partito di Rutte ha perso otto deputati, mentre il biondo avversario, che ha ringraziato i propri elettori, è arrivato al secondo turno ad appena 12 anni dalla fondazione del partito. Per i tempi biblici della politica nei Paesi Bassi, un fatto eccezionale. 20 i deputati conquistati.
Per tentare l’assalto al governo aveva presentato un programma di una sola pagina. “L’Olanda è la nostra terra”, il titolo.
Fra i 12 punti: bando del Corano, chiusura delle moschee, chiusura delle frontiere, uscita dalla Ue (quindi anche dall’euro). Ad uscire con le ossa rotte i i socialdemocratici anche se sembra essere stato lo scontro diplomatico dell’Olanda con la Turchia ad aver favorito Rutte.
Alta l’affluenza, superiore all’80% per alcuni uno scampato pericolo:
Dice un uomo: “Sono contento che unpartito xenofobo sia stato sconfitto, il partito di Wilders è contro gli stranieri, contro l’Europa, sono arrabbiati. Formazioni come il partito dei giovani o il partito verde sono più ottimisti e credo che sia un bene”.
“Credo che vedremo come tutto cambia”, dice questa giovane, “perché il partito più grande adesso cerca dei partner di coalizione e il fatto che ci possa riuscire è tutto da dimostrare”.
Intanto Wilders ha già fatto sapere che non farà patti, ma che aspetterà alla finestra per vedere se Rutte riuscirà a risolvere da solo i suoi problemi che, almeno per il momento, non sembrano pochi.