Battaglia per Mosul: i cecchini di Baghdad che proteggono i civili

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Appostati sui tetti con mitra e mortai.

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Appostati sui tetti con mitra e mortai. Per i tiratori delle forze regolari irachene l’assalto a Mosul Ovest deve ancora attendere. La recente cacciata dell’ISIL dalla parte orientale della città ha galvanizzato le truppe, ma in attesa di una non facile spallata finale, la priorità è ora proteggere i civili in fuga dalla riva del Tigri ancora sotto il controllo jihadista.

“I nostri uomini e i nostri mezzi sono disseminati lungo tutto il fiume – spiega uno degli uomini dell’Unità speciale di pronto intervento -. Da quella parte, proprio davanti a noi, c‘è Daesh. Da lì ci sono famiglie che in barca provano a raggiungere la nostra sponda. Rischiano però di farsi sparare addosso, perché i jihadisti hanno dei tiratori appostati ovunque. Il nostro compito qui è proprio contrastarli, per permettere a questa gente di attraversare il Tigri”.

Quasi 145.000, secondo le Nazioni Unite, le persone costrette alla fuga dall’inizio della campagna militare, lanciata a ottobre per strappare Mosul al sedicente Stato Islamico. Le 750.000 ancora intrappolate nella parte ovest della città lasciano però temere che l’esodo sia destinato a continuare.

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