La nostra corrispondente Efi Koutsokosta ha intervistato il Commissario europeo all'imigrazione, Dimitris Avramopoulos, circa il rapporti tra Europa e Turchia in materia di immigrazione, nonostante il
Efi Koutsokosta, euronews:
Si possono ignorare le preoccupazioni espresse dai membri del Parlamento europeo sulla violazione dei diritti umani? Perché, è vero che dopo il fallito colpo di stato a luglio in Turchia, Erdogan ha cambiato il suo atteggiamento. Possiamo ignorare tutto ciò e continuare a collaborare con lui?
Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per l’immigrazione:
Non ignorariamo mai quello che dice il Parlamento, ma voglio ricordare che questa risoluzione è di natura consultiva.
Efi Koutsokosta/ euronews:
Ma è un forte messaggio politico
Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per l’immigrazione:
Non c‘è dubbio. E questo è molto chiaro. Ma è bene sapere pero’ che i negoziati sono intrapresi dalla Commissione europea seguendo il mandato del Consiglio
Efi Koutsokosta, euronews:
A volte si ha l’impressione che l’Europa abbia bisogno della Turchia. Erdogan lo sa ed usa il potere che ha grazie alla crisi dei rifugiati
Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per l’immigrazione:
Non ignoriamo il fatto che la Turchia sia sotto pressione: attaccata dall’ ISIS, attaccata dal PKK, ogni settimana ci sono attacchi terroristici in Turchia e le conseguenze del fallito colpo di Stato si stanno ancora trascinando. Quindi, la situazione è politicamente piuttosto instabile anche internamente. Ma di cosa abbiamo bisogno come europei? Una Turchia stabile e democratica. Un interlocutore affidabile al fine di affrontare tutti questi problemi. Da parte nostra, e sto parlando dell’ Europa, c‘è comprensione nei confronti della Turchia. È per questo che abbiamo mantenuto e tendiamo a mantenere aperta la porta del dialogo.
Efi Koutsokosta, euronews:
Adesso parliamo della situazione interna un Europa, soprattutto per un paese che è stato travolto dai flussi migratori, come la Grecia. Sappiamo che di recente il Belgio ragioni di sicurezza ha rimpatriato i propri esperti tecnici in missione laggiù. Ciò è giustificato?
Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per l’immigrazione:
Ci sono stati scontri, per quanto ne sappia, mi è stato riferito e segnalato dalle autorità greche, che ci sono stati dei problemi in alcuni campi. Ma adesso è stato tutto risolto e credo che molto presto il Belgio invierà i suoi esperti nelle isole greche. La situazione in Grecia è migliorata nel corso degli ultimi dieci mesi. Sì, la questione non è ancora risolta. Ci sono ancora questioni come i minori non accompagnati. Ma le cose stanno migliorando.
Efi Koutsokosta, euronews:
Quindi, se la situazione è migliorata così tanto come lei dice, perché continuano i controlli alle frontiere interne in Europa?
Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per l’immigrazione:
Ci sono tre paesi che hanno richiesto una proroga della reintroduzione dei controlli alle frontiere interne.Sa che abbiamo un progetto. Vogliamo tornare a Schengen. E siamo determinati a tornare a un normale funzionamento di Schengen. Abbiamo risposto positivamente a questa richiesta e per motivi di sicurezza ben giustificati, la reintroduzione dei controlli alle frontiere è prorogata fino alla fine di febbraio. Credo che sarà l’ultimo giorno in cui ci avremo in Europa ancora controlli alle frontiere interne in quei tre paesi.
Efi Koutsokosta, euronews:
Quindi, possiamo dire a febbraio saranno aboliti questi controlli di frontiera?
Dimitris Avramopoulos / Commissario UE per la migrazione:
Si si. Non possiamo concedere un’altra proroga. A meno che non ci sia un giustificato motivo che ci convincerà a farlo. Ma non credo che questi paesi non abbiano intenzione di chiederlo.