La disperazione nella jungla di Calais non ha fine. Per protestare contro lo smantellamento della tendopoli più grande di Francia, che prosegue ormai
La disperazione nella jungla di Calais non ha fine. Per protestare contro lo smantellamento della tendopoli più grande di Francia, che prosegue ormai da tre giorni, un gruppo di migranti è arrivato all’estremo gesto di cucirsi le labbra.
Sette uomini, la maggior parte iraniani, hanno inscenato questa scioccante manifestazione davanti alla polizia.
“Voglio arrivare in Inghilterra, ma come? Il confine è chiuso”, così dice un ragazzo che arriva dall’Iran e che vive nel campo da sei mesi. “Non posso più vivere nella Jungla perchè la polizia non mi lascia in pace, distrugge il mio rifugio e io non so più dove sta andando la mia vita”.
L’alternativa che le autorità francesi hanno proposto agli ospiti della Jungla sono container e altri centri di accoglienza provvisori, in altre regioni della Francia. Ma la maggior parte dei migranti non vuole allontanarsi minimamente dal confine con la sognata Gran Bretagna, che un giorno, in un modo o nell’altro sperano di varcare. Le associazioni umanitarie denunciano che, a chi accetta di lasciare il campo, non vengono date informazioni sufficienti sulle loro destinazioni: vengono caricati su autobus senza sapere dove stanno andando.