Draghi: "Banche europee solide". Il problema delle sofferenze in Italia

Draghi: "Banche europee solide". Il problema delle sofferenze in Italia
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Di Giacomo Segantini Agenzie:  Reuters
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Non è stata un’audizione qualunque quella di Mario Draghi davanti al Parlamento Europeo. Il terremoto che da inizio anno scuote i mercati ha colpito

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Non è stata un’audizione qualunque quella di Mario Draghi davanti al Parlamento Europeo. Il terremoto che da inizio anno scuote i mercati ha colpito con particolare ferocia le banche. Nessun Paese è stato risparmiato, nemmeno la Germania con il caso Deutsche Bank. Tante le possibili spiegazioni: il rallentamento della crescita mondiale, le conseguenze del crollo del petrolio, i tassi delle banche centrali bassi.

Ma il vero spettro che si aggira per l’Europa è un altro: “C‘è un sottoinsieme di banche che hanno elevati livelli di crediti inesigibili“, spiega il presidente della Banca centrale europea. “Queste sofferenze, ad ogni modo, erano state identificate con gli stress test”, aggiunge però Draghi. “Da allora i necessari capitali a copertura sono stati adeguatamente accantonati. Dunque siamo oggi ben posizionati per intraprendere, da qui ai prossimi anni, un cammino ordinato di riduzione delle sofferenze”.

In Italia il problema è particolarmente grave: al netto degli accantonamenti, i crediti deteriorati ammontano oggi a 90 miliardi di euro. Ancora peggio, le nuove regole europee sul “bail-in“ mettono ora a rischio gli obbligazionisti di una banca in difficoltà. Aggiungete il fatto che in Italia (al contrario di altri Paesi, dove si tratta per lo più di istitutuzioni finanziarie) ci sono molti privati in questa categoria e capirete l’apprensione con cui gli osservatori seguono le turbolente vicende di Monte dei Paschi di Siena. E Roma? Il governo italiano, sempre a causa delle regole Ue, non può liberare le banche dalle sofferenze comprando i prestiti al loro valore nominale e creando una cosiddetta bad bank. Il rischio sarebbe quello di incorrere nell’accusa di “aiuti di Stato”. Il compromesso trovato recentemente con Bruxelles è stato quello di una garanzia statale (a prezzi di mercato) per le sofferenze, che saranno cartolarizzate e vendute dalle banche. Il funzionamento del sistema, però, appare alquanto macchinoso ai mercati.

“Alla luce della recente volatilità sui mercati finanziari – ha detto Draghi davanti al Parlamento – analizzeremo lo stato della trasmissione dei nostri impulsi di politica monetaria attraverso il sistema finanziario e in particolare le banche”. Traduzione: fermo restando l’obiettivo di sostenere il credito e l’inflazione, l’Eurotower dovrà calibrare i suoi strumenti. Gli acquisti di titoli da una parte, i tassi di deposito negativi dall’altra.

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