Popolazione divisa tra speranza e prudenza. Nessuno si attende miracoli immediati. Situazione difficile anche per il crollo del prezzo del petrolio.
La cancellazione delle sanzioni toglie un grosso fardello dalle spalle dell’Iran. Ma basta questo a farne una nazione in grado di correre, dopo anni di crisi economica?
L’inflazione è stata più o meno messa sotto controllo, avvicinandosi al 10%, dal 16,7% di inizio 2015. Qualche segnale di ripresa comincia a vedersi, ma questa nuova fase per Teheran si apre sotto una cattiva stella: il prezzo del petrolio che precipita rende assai più complicato riuscire a pesare davvero nel consesso economico internazionale.
Cosa pensano i manager iraniani? Saeed Yavary, di
Tejarat Mandegar: “la fine delle sanzioni è un grande successo del governo per il quale voglio congratularmi. Ma non dobbiamo attenderci cambiamenti rapidi. Ci vuole tempo perché si veda l’effetto della fine delle sanzioni”.
I sentimenti non sono dissimili da quelli della gente che si trova per strada, al mercato. Divisi tra ritrovata speranza e una naturale prudenza.
“Penso che non vedremo risultati nel breve periodo – dice, infatti, un ragazzo – non possiamo attenderci di vedere i cambiamenti domani mattina. Ma, comunque, sarà reale e aiuterà l’Iran ad avere migliori relazioni con altri Paesi e, ovviamente, qualcosa di buono in economia”.
“Penso sia successo troppo tardi – afferma una giovane – ma è comunque un passo positivo per il progresso dell’Iran e ora chi ci governa dovrà prestare attenzione al benessere della popolazione”.
Il corrispondente di euronews, Javad Montazeri, dice: “le porte delle relazioni internazionali sono di nuovo aperte. Quelle porte che sono state chiuse negli ultimi anni. Ma, ora, la gente guarda al governo per vedere come questo risolverà i problemi economici in questo nuovo scenario”.