A una settimana dal voto, le legislative spagnole sono ancora un grande punto interrogativo, con il 41% degli elettori indecisi. L’economia e la
A una settimana dal voto, le legislative spagnole sono ancora un grande punto interrogativo, con il 41% degli elettori indecisi. L’economia e la disoccupazione restano i temi centrali.
Il Premier conservatore uscente Mariano Rajoy, 60 anni, costretto nei panni del leader anziano difronte a una classe politica sempre più giovane, fa campagna sul valore dell’esperienza per guidare il Paese.
Il socialista Pedro Sànchez è il leader che assicura la lotta tra i due grandi partiti tradizionali: PP contro PSOE. Oggi si terrà il primo faccia a faccia televisivo tra i due.
Ma più in generale il voto si profila come la prima grande battaglia generazionale per la classe politica spagnola e il primo scrutinio a livello nazionale che metta in scena la fine del bipartitismo. Alberto Rivera e la formazione liberale moderata “Ciudadanos” hanno fatto una campagna basata proprio su questo punto: la Spagna non deve guardare nè a destra nè a sinistra, deve guardare avanti.
Sullo stesso piano, quello della necessità di riforma del sistema politico tradizionale, ma sulle posizioni antitetiche della sinistra radicale, “Podemos” e il capolista Pablo Iglesias, 37 anni, sono convinti che la Spagna non debba restare impantanata nel passato. Domenica 20 dicembre, la parola agli elettori.