In Giappone la rugby-mania non risparmia neanche i più piccoli. Energia da vendere, sono anzi loro il termometro della febbre da palla ovale che sta
In Giappone la rugby-mania non risparmia neanche i più piccoli. Energia da vendere, sono anzi loro il termometro della febbre da palla ovale che sta contagiando il Paese: cinque volte più dell’ultima occasione, i piccoli giocatori – o aspiranti tali – di recente intervenuti a un evento organizzato a Tokyo per diffondere la cultura del rugby.
Una strada che pare ormai tutta in discesa, grazie soprattutto alle recente prestazioni della nazionale giapponese. “La gente è rimasta molto colpita dalla prova della nostra squadra ai mondiali contro il Sudafrica – dice Koji Watanabe, uno dei volontari reclutati per l’occasione -. Credo che la visione del paese su questo sport, da allora sia del tutto cambiata”.
Match in questione, che ha scatenato l’epidemia di “febbre da palla ovale” è quello in cui il Giappone si è imposto a sorpresa sull’assai più quotato Sudafrica per 34-32. L’incontro risale ormai a più di un mese fa, ma speranza di molti è che duri fino al 2019: quando il Giappone ospiterà la prossima Coppa del Mondo di Rugby.