Così lontane, così vicine. Il dramma dei migranti riavvicina Ue e Turchia

Così lontane, così vicine. Il dramma dei migranti riavvicina Ue e Turchia
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Di Cecilia Cacciotto
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La crisi dei migranti avvicina Turchia e Europa. Non solo nel dramma. Dalla Turchia arriva la maggiorparte dei rifugiati che ambiscono a raggiungere

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La crisi dei migranti avvicina Turchia e Europa.
Non solo nel dramma.
Dalla Turchia arriva la maggiorparte dei rifugiati che ambiscono a raggiungere i Paesi del nord Europa, come la Germania.

E l’adesione di Ankara al piano d’azione della Commissione europea diventa fondamentale per gestire la crisi.

Con questa missione la cancelliera tedesca Angela Merkel, diventata una sorta di emissario dei 28, si è recata a Istanbul, domenica scorsa, (18 ottobre 2015).

Si è rimangiata il suo no alla ripresa dei negoziati di adesione per la Turchia, ma non solo si è detta pronta a sostenere nell’immediato la riapertura di capitoli delicati, quali quello economico e monetario e il capitolo inerente le libertà civili e la giustizia.

Ankara deve da parte sua accettare di riaccogliere in parte i profughi.
Il premier turco, Ahmet Davutoglu:

“Speriamo che le relazioni tra Turchia e Unione europea si rivitalizzino e che i negoziati per l’adesione possano subire un’accelerata. Da parte nostra stiamo facendo i nostri studi e speriamo che l’adesione a Schengen così come l’accordo di ammissione diventino realtà nel luglio prossimo”.

In attesa della ripresa dei negoziati di adesione, Ankara chiede di avere quanto prima l’esenzione del visto per l’Europa per i suoi 78 milioni di cittadini, la partecipazione ai summit europei e un aiuto per trattenere e accogliere sul proprio territorio i migranti.

Stimata in 3 miliardi di euro, la cifra è stata giudicata insufficiente dalla Turchia, che afferma aver speso finora 7 miliardi di euro per gli oltre due milioni di profughi che ha nel proprio territorio. Altra richiesta fatta da Ankara è quella di essere inclusa nella lista dei Paesi sicuri, che ridinamizzerebbe il turismo.
Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker:

“Sono favorevole a trattare il dossier sui visti quanto prima, e come ho detto al parlamento europeo, la Turchia deve essere inclusa nella lista dei Paesi sicuri”. Ultimo ma non meno importante resta il contenzioso tra Cipro e Ankara sulla parte nord dell’isola cosa che potrebbe rallentare il riavvicinamento europeo.

Per avere maggiori dettagli sul rilancio delle relazioni tra Bruxelles e Ankara, Euronews ha intervistato Beril Dedeoğlu, Ministro turco per gli affari europei.

Euronews
La crisi dei rifugiati in Europa rimette al centro dell’attenzione le relazioni tra Europa e Turchia. Fino ad oggi a un punto morto. Bruxelles vuole cooperare con Ankara ed è a questo titolo che è stato redatto un piano di azione specifico. Entrambe le parti hanno però le loro richieste e i loro interessi. In cosa consiste questo piano di azione?

Beril Dedeoğlu, Ministro degli affari europei turco
Per prima cosa, devo dire, sono rattrittasta dal fatto che le relazioni tra Unione europea e Turchia siano rilanciate dalla crisi siriana. Cosi come mi dispiace che il dialogo riprenda sulla base di una tragedia umanitaria. Parlando invece dell’accordo sulla liberalizzazione dei visti, si deve ricordare che era già in discussione prima dello scoppio del conflitto siriano.

Euronews
Però ha subito un’accelerazione?

Beril Dedeoğlu
Si tratta di un accordo di cui abbiamo bisogno, che è stato inglobato all’interno di un pacchetto più ampio.
Il problema dei rifugiati resta comunque una questione molto complessa ed è per questo che i negoziati vanno avanti. Non si tratta di un problema che riguarda un solo Paese. Le responsabilità vanno condivise. Dal lato turco, da quello europeo, ma soprattutto da parte della Commissione esiste una reale volontà a risolvere il problema. La crisi attuale mostra quanto il nostro sia un destino comune. Al momento ciò che conta davvero è sviluppare le nostre relazioni.

Euronews
La liberalizzazione dei visti è qualcosa che avete chiesto già da anni. Ma quando l’Europa tratta questo tema si riferisce in realtà a poche centinaia di persone. Un numero molto ristretto. Quali sono le vostre aspettative?

Beril Dedeoğlu
Sicuramente che i cittadini dei Paesi candidati a entrare nell’Unione possano godere della libertà di circolazione nell’area Schengen.

Euronews
Per tutti i cittadini?

Beril Dedeoğlu
Si

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Euronews
L’Europa la pensa diversamente.

Beril Dedeoğlu
Non chiediamo che si proceda in modo immediato. Ci vorrà del tempo.
Capisco bene i malesseri europei. Ma anche i cittadini turchi hanno le loro aspettative.

Euronews
Sul lato dei rimpatri, si attende la firma degli accordi di alcuni Paesi. Come si procederà nel frattempo? E Come riuscirà la Turchia a trattenere i migranti entro i propri confini?

Beril Dedeoğlu
La procedura è la stessa in tutti i Paesi europei e in quelli che vogliono aderire all’Unione. I numeri non sono poi così alti rispetto a quanto si creda.

Euronews
Si ma come impedire che i rifugiati lasciano la Turchia?

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Beril Dedeoğlu
La Turchia ha sul suo territorio circa 2 milioni e mezzo di rifugiati siriani.Quelli che vivono nei campi di accoglienza beneficiano oggi di circa 8 miliardi di dollari. Non abbiamo implementato la cosiddetta politica delle porte aperte e non per soddisfare Bruxelles, del resto non sapevamo che ce lo avrebbero chiesto, è stata una nostra decisione.

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