Turchia al voto, Erdogan vuole la maggioranza

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La Turchia di nuovo alle urne. I turchi avevano già votato lo scorso 7 giugno, ma l’esito elettorale non aveva permesso a nessun partito di formare

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La Turchia di nuovo alle urne.
I turchi avevano già votato lo scorso 7 giugno, ma l’esito elettorale non aveva permesso a nessun partito di formare un governo.

Fermandosi a 258 deputati su 550, l’Akp, il partito di Erdogan, non era riuscito a ottenere la maggioranza che gli avrebbe consentito la riforma della Costituzione.

Murat Yetkin, caporedattore di Hurriyet Daily News:

“Il 1 novembre, Recep Tayyp Erdogan con il suo partito Akp -Partito per la Giustizia e lo sviluppo – vuole ottenere la maggioranza in parlamento”.

La situazione politica è diversa rispetto alle ultime elezioni. Il processo di pace si è bloccato, le azioni terroristiche sono in aumento. Come si rifletterà tutto questo sul voto?

“Sì, la situazione è molto cambiata. Sono ripresi gli attacchi del Pkk, con la conseguente reazione repressiva militare.
Siamo in una situazione non diversa rispetto al 1990, il partito al governo vuole avere la maggioranza, in un parlamento che oggi conta 4 forze politiche.
Vogliono un solo partito al comando, anche se con uno scarto minimo. Ma sarà più che sufficiente per Erdogan, perché ci troveremo di fatto di fronte a un sistema presidenziale anche senza riforma costituzionale. Erdogan calcola di rimanere presidente fino a quando l’Akp sarà al governo”.

Nelle consultazioni di giugno, i curdi di sinistra dell’Hdp di Selahattin Demirtas erano riusciti a superare la soglia del 10% e ad entrare per la prima volta in Parlamento con 80 deputati.

Quali sono i possibili scenari dopo le elezioni. I più ottimistici e i meno?

“La cosa peggiore è che si possa riandare a votare. La Turchia ha già perso abbastanza in termini di investimenti quest’anno.
Perderemmo ancora nel 2016. E una situazione simile potrebbe persistere, perché la Costituzione lo permette. Se l’Akp non ottiene la maggioranza parlamentare, si potrebbe sempre avere un governo di coalizione.
Due sono le possibilità: la prima è che l’Akp si allei con i nazionalisti (Mhp) e la seconda che si allei con i repubblicani (Chp).
In questo secondo caso, si avrebbe una coalizione che porterebbe a riconciliare le due forze, una coalizione di questo tipo porterebbe le due principali correnti poltiche in Turchia a lavorare insieme. Potrebbero dar vita anche a una nuova Costituzione. E quest’ultima non dovrebbe dare vita a una repubblica di tipo presidenziale.

L’Akp guida la Turchia dal 2002.
Stando al primo sondaggio pubblicato dopo la strage di sabato scorso, il partito del presidente avrebbe perso un punto e mezzo percetuale rispetto a giugno.

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