Si moltiplicano le voci che vorrebbero coinvolgere il presidente siriano Bashar al Assad nello sforzo dell’Occidente per combattere l’autoproclamato
Si moltiplicano le voci che vorrebbero coinvolgere il presidente siriano Bashar al Assad nello sforzo dell’Occidente per combattere l’autoproclamato Stato islamico. Finora i governi occidentali hanno escluso ogni contatto col regime di Damasco.In occasione della visita a Teheran del presidente austriaco Heinz Fisher, il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz ha auspicato un cambio d’atteggiamento nei confronti di Assad.
Il presidente iraniano Hassan Rouhani, dal canto suo, ha affermato che Teheran è pronta a sedersi a un tavolo con chiunque sia disponibile ad assicurare un futuro democratico alla Siria. “Siamo pronti a parlare con Paesi della regione e non”, ha detto, facendo intendere che l’Iran, storico alleato di Damasco, potrebbe trattare anche con Washington.
A Mosca, incontrando il commissario europeo per il bilancio e le risorse umane, il ministro degli esteri sergei Lavrov ha detto che “è giusto che quei Paesi che hanno la responsabilità di aver scatenato conflitti si prendano anche la responsabilità di fornire aiuto umanitario alle vittime di quei conflitti”.
La posizione ufficiale di molti governi occidentali è che Bashar al Assad debba lasciare il potere. Ma la massiccia avanzata dell’Isil in Siria e Iraq rende questa posizione sempre più controversa.