Nell’isola greca di Kos, la nave “Eleftherios Venizelos” si è trasformata in un centro per lo smistamento e identificazione dei migranti
Nell’isola greca di Kos, la nave “Eleftherios Venizelos” si è trasformata in un centro per lo smistamento e identificazione dei migranti. Nell’imbarcazione potranno entrare 2500 profughi, ma solo siriani. La priorità è stata data ai siriani perché in fuga dalla guerra e in diritto di avere lo status di rifugiati. Gli altri – pachistani, afghani, iraniani e iracheni – resteranno a terra, saranno accolti in altre strutture.
“Sto aspettando, ma non mi aiutano, aiutano solamente i siriani. Non sanno cosa succede
in Iraq, Pakistan e Iran. Questo è un problema enorme. Se gli dico che sono iracheno, mi fanno fuori. Mi mandano via da qui”, dice un giovane.
A Kos nell’ultima settimana sono giunte circa 7mila persone, su una popolazione di 33 mila abitanti. L’isola è al collasso, violenti scontri si sono registrati nei giorni scorsi tra polizia e migranti.
Medici senza frontiere ha lanciato un grido di allarme: “Stiamo chiedendo alle autorità di aiutarci. Siamo soli e qui è impossibile lavorare, avere persone presenti per 20 giorni consecutivi in grado di fornire ogni tipo di assistenza. Tra poco non saremo piu in grando di fornire nessuno aiuto, è troppo”, dice Julia Kourafa.
La tensione è alle stelle a Kos, dove gli sbarchi non si fermano. I migranti sono accampati ovunque, costretti a dormire all’aperto, in tende montate per le strade, senza servizi igienici. L’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) ha definito “totalmente vergognosa” la gestione della crisi immigrazione da parte di Atene.