L'attesa per la Fed catalizza l'attenzione dei mercati globali

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Di Euronews
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Benvenuti a Business Middles East: in questa puntata, parliamo della riunione della Federal Reserve e delle sue probabili ripercussioni. In uno dei

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Benvenuti a Business Middles East: in questa puntata, parliamo della riunione della Federal Reserve e delle sue probabili ripercussioni.

In uno dei suoi meeting più attesi, la Fed valuta la solidità della ripresa statunitense, sulla base dei dati diffusi nei primi sei mesi dell’anno.

Un innalzamento dei tassi di interesse è nell’aria almeno dallo scorso ottobre, quando è stato chiuso il programma di alleggerimento quantitativo.

Eppure, gli indicatori economici potrebbero contrastare con i progetti di Janet Yellen, numero uno della Fed.

A suggerirle di attendere è stata anche la direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde.

L’avvertimento del FMI

Da dicembre, la Federal Reserve esprime l’intenzione di alzare i tassi di interesse nel corso del 2015.

Nell’ultimo meeting, la presidente Janet Yellen ha detto che un intervento sui tassi deve accordarsi con i dati macro-economici.

Ma è proprio sulla base di questi ultimi che il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale consigliano di attendere, almeno fino al 2016.

“Il primo aumento dei tassi in quasi nove anni è stato accuratamente preparato e telegrafato – ha detto Christine Lagarde – Nonostante ciò, una politica monetaria più restrittiva potrebbe tradursi in un significativo aumento della volatilità, con conseguenze sulla stabilità finanziaria che non si limiterebbero ai confini statunitensi”.

Le parole di Christine Lagarde si fondano su una serie di valutazioni. La principale riguarda la revisione al ribasso delle stime di crescita per gli Stati Uniti, tanto nel 2015 quanto nel 2016.

Nella prima parte dell’anno, gli indicatori macro sono stati deludenti, nonostante alcuni segnali positivi, come l’aumento degli stipendi: il rapporto di maggio indica che negli ultimi dodici mesi la paga media oraria è salita del 2,3%, la percentuale più alta dall’agosto 2013.

L’altra buona notizia è che a maggio sono stati generati 280mila nuovi posti di lavoro: il balzo maggiore da fine 2014. Resta però da capire se questi numeri bastino a convincere la Fed che è il momento di alzare il costo del denaro.

Le conseguenze per i mercati mediorientali

Daleen Hassan euronews: Se verranno aumentati i tassi di interesse, l’impatto sui mercati arabi e internazionali sarà rilevante. Per capirne di più, siamo in collegamento con Nour Aldeen al Hammoury, analista presso ADS Securities.

Nour, lei pensa che i dati siano sufficienti a giustificare una manovra sui tassi? ADS Securities è ancora convinta, come lo è stata finora, che la Fed preferirà aspettare?

Nour Aldeen al Hammoury: “E’ chiaro che i recenti indicatori economici statunitensi non sono sufficienti per motivare la Fed a intervenire sui tassi di interesse in questa riunione. Ci sono molti dati negativi, salvo poche eccezioni come il rapporto sul mercato del lavoro. Noi a ADS Securities concordiamo con altri analisti che la Fed attenderà prima di alzare il costo del denaro, soprattutto perché l’economia mondiale sta rallentando, insieme a quella statunitense. Inoltre, i dati sull’inflazione non bastano a giustificare un giro di vite. Il mese scorso, la componente “core” dell’indice dei prezzi alla produzione è cresciuta dello 0,6% su base annua, mentre l’obiettivo della Fed è un’inflazione intorno al 2 per cento. Credo quindi che la Fed aspetterà l’anno prossimo per alzare i tassi di interesse, se l’inflazione non cresce”.

euronews: Se la Fed intervenisse sui tassi di interesse, quali sarebbero le conseguenze sui corsi obbligazionari, negli Stati Uniti e nel mondo?

Nour Aldeen al Hammoury: “I mercati hanno perso terreno a livello globale, a causa dell’incertezza sul futuro della Grecia. Se la Federal Reserve alzasse i tassi di interesse, l’effetto sarebbe di deprimere i bond europei e statunitensi, ancora più rapidamente rispetto all’ultimo crollo. I rendimenti sulle obbligazioni crescerebbero ulteriormente: e questo non lo vuole né la Federal Reserve né la Banca centrale europea”.

euronews: Venendo al Medio Oriente, che ripercussioni potrebbe avere la decisione della Fed sui mercati mediorientali? Cosa accadrebbe nella regione?

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Nour Aldeen al Hammoury: “Come sappiamo, i mercati mediorientali sono molto influenzabili dagli sviluppi globali. Il calo dei prezzi dei bond ha avuto un impatto negativo ma limitato nella regione. Se la Federal Reserve deciderà di non toccare i tassi di interesse, i mercati mediorientali ne avranno un beneficio. Se invece aumenterà i tassi, ci saranno reazioni negative nella regione, anche perché il dollaro ne verrebbe rafforzato e questo penalizzerebbe l’export di greggio, con un effetto a catena. Tuttavia, l’apertura del mercato saudita agli investitori internazionali è un caralizzatore positivo per la regione e per l’Arabia Saudita in particolare: un fattore che potrebbe portare stabilità, soprattutto perché ci si attende un flusso di grandi investimenti”.

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