Turchia al voto: la comunità armena cerca di uscire dall'ombra dell'esclusione

Turchia al voto: la comunità armena cerca di uscire dall'ombra dell'esclusione
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Di Salvatore Falco
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La Turchia cerca di andare oltre le sue contraddizioni con le prime elezioni generali nelle quali viene offerto uno spazio marginale alle minoranze

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La Turchia cerca di andare oltre le sue contraddizioni con le prime elezioni generali nelle quali viene offerto uno spazio marginale alle minoranze. Si fa avanti la comunità armena, una della più grandi del Paese con 60mila persone. Gli armeni nella regione sono stati decimati dal genocidio del 1915 e successivamente esclusi dalle cariche pubbliche e militari.

Le prime aperture arrivano con l’ascesa al potere dell’Akp. Una legge del 2011 prevede la restituzione dei beni espropriati alle minoranze religiose dopo il golpe del 1980.

Un cambio di relazioni che ha prodotto effetti anche nelle liste elettorali. Markar Eseyan, editorialista di un quotidiano filo-governativo, è candidato con il partito di Recep Tayyip Erdogan: “Non penso di essere stato candidato perché sono armeno. Ma sì, questa è una parte importante della mia identità. Sono felice di essere armeno. Penso che questa sia una bella coincidenza e la mia candidatura è la prova del percorso democratico della Turchia. Dopo 55 anni, un armeno è il candidato del partito di governo, il che significa che sarà parte dell’esecutivo”.

Anche il principale partito d’opposizione, lo schieramento di centro-sinistra Chp ha un candidato armeno, Selina Özuzun Doğan. Capolista a Istanbul, l’avvocato ha ottime possibilità di entrare in parlamento: “Voglio affrontare ogni tipo di discriminazione, impegnarmi contro i crimini d’odio, difendere i diritti umani e la libertà di espressione – ha detto Selina Özuzun Doğan – La mia elezione aumenterà la visibilità degli armeni e avremo voce in capitolo su tante questioni. Gli armeni torneranno ad avere fiducia in loro stessi e non avremo più la sensazione di essere ignorati”.

Garo Paylan è il candidato del Partito Democratico dei Popoli che riunisce il partito curdo e la sinistra. La sua posizione è la più critica verso il potere centrale. Il suo schieramento propone di aprire la frontiera con l’Armenia. “La questione non è essere armeno o meno – spiega Garo Paylan – Così come prendiamo le decisioni in base alle richieste dei turchi e dei curdi, la stessa cosa accadrà per gli armeni. Questo è un processo di normalizzazione. Alcune comunità sono state ignorate in Turchia da parte del sistema”.

Un normalizzazione da velocizzare: in 92 anni la Turchia ha visto solo 5 armeni entrare in parlamento, mentre la Chiesa cattolica armena chiede ancora la restituzione delle proprietà di Kozan, l’antica Sis,
capitale del regno armeno di Cilicia.

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