Verso l'approvazione di un'operazione navale europea contro i trafficanti

Verso l'approvazione di un'operazione navale europea contro i trafficanti
Di Margherita Sforza
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Potrebbe partire già a giugno l’operazione navale europea per contrastare i trafficanti di immigrati nel Mediterraneo. I ministri degli esteri e

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Potrebbe partire già a giugno l’operazione navale europea per contrastare i trafficanti di immigrati nel Mediterraneo. I ministri degli esteri e della difesa europei si riuniscono a Bruxelles per definire i dettagli dell’intervento.
Al suo arrivo l’alto rappresentante per la politica estera, si è detta ottimista sulla possibilità di avere anche il sostegno dell’Onu.

Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera:
“I miei viaggi a New York hanno evidenziato che non c‘è una resistenza politica particolare o un’opposizione alla risoluzione. Dopo la nostra approvazione oggi di un’operazione navale, diventerà ancora piu’ urgente per il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la necessità di mettere a punto una risoluzione”

Senza l’autorizzazione dell’Onu, l’operazione europea non potrebbe intervenire nelle acque libiche ma in attesa di una risoluzione, puo’ iniziare la prima fase di dispiego militare, perché come ha sottolineato il Ministro della Difesa britannico Michael Fallon: “Dobbiamo sgominare le reti di trafficanti e questo significa raccogliere maggiori informazioni su come funzionano queste organizzazioni, e aiutare i paesi da cui provengono gli immigrati”.

Durante il week-end il Primo Ministro Francese Valls si è detto contrario ad un sistema di ripartizione dei migranti, cosi’ sottolinea via Tweeter il corrispondente di Radio Radicale a Bruxelles, il piano Juncker presentato la settimana scorsa è già morto prima di arrivare al vertice europeo di fine giugno.

Il socialista Valls ha detto "non" alla solidarietà su immigrazione: Francia contro quote (e così la strategia Juncker è morta dopo 72 ore)

— David Carretta (@davcarretta) 16 Maggio 2015

Margherita Sforza, euronews:
“Mentre l’Europa avanza sul piano della risposta militare alla crisi dei migranti, cresce invece il fronte dei paesi ostili alla ripartizione dei richiedenti asilo. Dopo Gran Bretagna e Ungheria, anche Francia e Polonia si sono dette contrarie ad un sistema di quote vincolanti per la ripartizione dei migranti”.

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