13esima edizione del Festival del Film e Forum Internazionale sui Diritti Umani a Ginevra

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La 13esima edizione del Festival del Film e Forum Internazionale sui Diritti Umani di Ginevra ha accolto oltre 40 proposte fra cui 8 debutti

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La 13esima edizione del Festival del Film e Forum Internazionale sui Diritti Umani di Ginevra ha accolto oltre 40 proposte fra cui 8 debutti mondiali. La giuria internazionale della competizione “documentaire de création” è stata presieduta da Eric Cantona.

Per il direttore del festival, Isabelle Gattiker, il concetto al cuore del festival resta “un film, un tema, un dibattito”. Sempre piu’ noto il festival ha accolto quest’anno in teleconferenza Edward Snowden.

Isabelle Gattiker, Direttore del festival: “Abbiamo avuto un successo straordinario quest’anno con un ambiente effervescente. Il pubblico ha sempre piu’ voglia di vedere e vuole i racconti delle storie, si ha bisogno di parlare dopo il racconto, dialogare e dibattere, di trovare soluzioni e stringersi attorno ai diritti umani”.

Il Gran Premio per il miglior documentario è andato a “Io sto con la sposa” del giornalista italiano Gabriele Del Grande.

Un poeta palestinese e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e li aiutano a proseguire il viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come passeur decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraversano mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio carico di emozioni che oltre a raccontare le storie e i sogni dei cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un’Europa sconosciuta. Questa è una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013.

Gabriele del Grande: “La gente si affida al contrabbando; rischiando la vita in mare; sono morte migliaia di persone. Noi disobbedendo alle leggi sull’emigrazione in questo film, che e anche un’ azione di disobbedienza, vogliamo invitare le autorità a riflettere appunto, sulla necessità di cambiare le leggi.E’ un atto di disobbedienza civile ma è anche una storia fantastica di amicizia e di solidarietà fra i popoli e le persone di questo mare”.

La fondazione Barbara Hendricks ha premiato col 2 ° premio del festival, “Spartacus & Cassandra” di Ioanis Nuguet. Un documentario francese su due bambini rom che devono scegliere tra i loro genitori e un futuro senza di loro.

I due ragazzini vivono in un circo illegale con una giovane trapezista che li aiuta. Quando vengono scoperti dalle autorità, i bambini devono affrontare una scelta impossibile, tornare in strada con i genitori o essere affidati a chi darà loro un tetto e la possibilità di studiare.

Spartacus Ursu, protagonista:
“Per me il film traccia la nostra vita ed è un punto di riferimento, il ritrovare la nostra infanzia, è un film familiare”

Cassandra Dumitru, protagonista : “Ci ha dato la possibilità di viaggiare e venire qui, è fantastico”.

Vincitore del Gran Premio dell’Organizzazione mondiale contro la tortura il film “Tchétchénie, une guerre sans traces” della regista francese Manon Loizeau.

Il documentario racconta la scomparsa di mille uomini rapiti in Cecenia dalle milizie russe. La loro progressiva scomparsa dalla scena internazionale. Manon Loizeau, che ha girato film indimenticabili in Russia, Iran, Afghanistan e Siria, ci mostra uomini e donne terrorizzate ancor di piu’ che negli anni di guerra.

Manon Loizeau, regista giornalista: “Oggi Grozny è un mix fra Dubai e Las Vegas, non ci sono piu’ tracce della guerra. Non è facile fare un film documentario. Ci sono voluti 11 o 12 viaggi per girarlo. Tutti coloro che ci hanno parlato hanno assunto dei rischi, nessuno osa fiatare. C‘è una vera dittatura, cosi’ tutti coloro che parlano in questo film dimostrano un coraggio immenso”.

Doppio premio a Ginevra per “Charlie’s Country” come miglior film documentario e come miglior lungometraggio.

Narra la storia di David Gulpilil, che era anche attore protagonista e co-sceneggiatore, sulle difficoltà del popolo aborigeno a ritrovare la loro collocazione nell’epoca post-coloniale.

Wolfgang Spindler, euronews:
“Il Festival Internazionale del Film e Forum per i diritti umani mostra in modo impressionante che i documentari svolgono un ruolo sociale importante. Il ruolo politico per discutere in pubblico i temi che riflettono i lati più oscuri del mondo”.

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