Sminamento in Bosnia, senza fondi continuano le esplosioni

Sminamento in Bosnia, senza fondi continuano le esplosioni
Di Hans von der Brelie
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La gamba di Aladin è esplosa su una mina. Aladin ama il calcio: la sua gamba prostetica è piena di ammaccature. Ne ha una di scorta però e dunque, quando l’emergenza chiama, non ha problemi a guidare la macchina…
La missione di Aladin è andare a ridare speranza ai superstiti delle mine antiuomo. Siamo in Bosnia, il paese europeo più disseminato di queste trappole mortali.

“Appena sento di un’altro caso salto in macchina immediatamente e vado all’ospedale per sostenere la famiglia. Se i feriti non hanno famiglia il mio compito è fornire aiuto per superare lo shock. Quando lasciano l’ospedale vado a trovarli a casa ogni volta che serve.” dice Aladin Mujacic, un superstite, impegnato nella ONG, Iniziativa per i Superstiti delle Mine.

A Seljublje un piccolo paese nella campagna bosniaca, vive Mirnes, appena 18 anni e già una tragica storia alle spalle. Solo sei mesi fa lui ed il cugino Nedzad sono saltati in aria su una mina mentre facevano legna in un bosco vicino.

Quei momenti hanno segnato la sua vita per sempre: “mio cugino mi ha chiesto di usare un laccio per fermare l’emorragia. Ma le mie braccia erano ferite gravemente e non riuscivo ad usarle. Mi ha chiesto di non lasciarlo solo, di rimanere con lui fino all’arrivo dei soccorsi… La guerra è finita circa vent’anni fa ma le mine son ancora qua, pronte ad ucciderci” ci dice Mirnes Nisic.

Nezdad è morto e a Mirnes sono stati trapiantati nelle braccia alcuni muscoli delle gambe. Aladin lo ha aiutato a guardare avanti e ripartire.

A Tusla ha sede L’Iniziativa per i Superstiti delle Mine. Il Direttore di questa ONG, Amir Mujanovic,non è affatto ottimista che lo sminamento della Bosnia rispetterà i tempi previsti: “La Bosnia sta affrontando sfide tremende per arrivare a liberare il paese dalle mine entro il 2019, così come previsto dai piani nazionali. C‘è una forte carenza di fondi da parte di fonti nazionali e locali. Per esempio lo scorso anno, i fondi nazionali sono stati appena un quarto del finanziamento del progetto.”

La situazione è peggiorata nella primavera di quest’anno quando inondazioni e quasi 5000 frane hanno spostato le mine nel nord-est della regione, la più densa di mine antiuomo.

Dalla fine della guerra in Bosnia-Erzegovina quasi 1700 persone sono state uccise o ferite dalla mine o da munizioni che rano rimaste inesplose.

A Kovacica incontriamo gli eroi della Bosnia: il team che disinnesca le mine: “Voglio aiutare le persone a tornare nelle proprie case, dove vivevano prima della guerra. Il secondo motivo per cui ho scelto questo lavoro è che non ce ne sono altri disponibili ..” ci racconta uno di loro, Sanjin Matkovic.

A causa della mancanza di fondi solo 500 di loro hanno avuto un contratto mentre altri mille di questi esperti anti-mina sono senza lavoro. Con il loro aiuto i tempi di sminamento potrebbe diminuire di due o tre volte.

Prima della guerra, a Kovacica vivevano 160 famiglie, evacuate durante i combattimenti. Solo 18 famiglie son tornate e vivono qui,attorniate da un’area di circa 1300 km2 infestati da mine.

A Sarajevo si trova l’agenzia di stato incaricata di coordinare le attività di sminamento. Il suo direttore è al centro di accuse di corruzione e criminalità organizzata: avrebbe preso il 10% sui contratti affidati ad aziende di rimozione delle mine: “Da quando il nostro direttore è stato arrestato siamo molto sotto pressione. Posso dire che qui nessuno sorride… la corruzione è una nube scura attorno a noi.” ci dice Ahdin Orahovac, il vice direttore dell’agenzia BHMAC

Intanto la cruenta lista di vittime si allunga. Solo nella prima parte di quest’anno, tra i campi assassini della Bosnia altre 14 persone sono rimaste colpite dalle mine. Quattro di loro sono rimaste uccise. Incluso un bambino.

Bonus interview: Amir Mujanovic, executive director of Landmine Survivors Initiative
(Direttore, Iniziativa per i Sopravvissuti delle Mine, Tuzla, in inglese)

La Bosnia riuscirà a liberarsi dalle mine antiuomo nel 2019? Amir Mujanovic direttore della “Iniziativa per i Sopravvissuti delle mine” una ONG di Tuzla, ci spiega quali sono gli ostacoli: “Si stima che ci siano 200.000 mine nascoste nel terreno, ma non ci sono fondi sufficienti, nè la volontà politica di individuarle il prima possibile.” Per ascoltare l’intera intervista, in inglese, potete cliccare su questo link.

Bonus interview: Ahdin Orahovac, deputy director of Bosnia’s Mine Action Centre
(vice direttore di BHMAC, Sarajevo, in inglese)

La Bosnia-Erzegovina ha molte difficoltà a combattere le mine. Quali sono gli ostacoli? A Sarajevo, euronews incontra Ahdin Orahovac, vice direttore del “Mine Action Centre” BHMAC. Per ascoltare l’intera intervista, in inglese, potete cliccare su questo link.

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