Burazia: vivere nel segno della tradizione

Burazia: vivere nel segno della tradizione
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Denis Loctier,euronews: “Nel sud est della Siberia, al confine con la Mongolia, si trova la repubblica di Burazia. In questa puntata esploreremo l’immenso patrimonio culturale e tradizionale del paese”.

In passato qui tutte le famiglie possedevano dei cammelli. Una consuetudine che sta tornando attuale.

“Si dice che molto tempo fa – racconta Bair Mandanov, guida nei parchi – molto prima della nostra nascita, gli abitanti avessero molti cammelli. È una tradizione che vogliamo riprendere “.

Un ritorno alle radici che è già evidente con la presenza dei cammelli nei parchi nazionali.

Confinando con il Lago Baikal, bacino che contiene il 20% dell’acqua dolce del pianeta, la Repubblica di Burazia cerca di preservarsi dall’inquinamento. Per questo non è stata sviluppata l’industria pesante.

Un terzo del milione di abitanti della repubblica vive
nella capitale, Ulan-Ude: una città moderna in larga espansione e con una vivace vita notturna.

Appena fuori la capitale ci si immerge in una natura incontaminata. La maggior parte dei visitatori vengono richiamati dalla bellezza unica del lago Baikal. Ma se l’economia viene avvantaggiata dal turismo al tempo stesso è presente la necessità di preservare il lago.

Il ritorno alle antiche tradizioni puó essere un richiamo per i turisti anche nelle aree rurali del paese. Nei villaggi sono ancora in uso i riti ancestrali: le offerte agli spiriti presenti nella natura vengono accompagnate da canti antichi che risalgono alla tradizione nomade. La carne, come l’agnello bollito, è considerata pura.

“Queste alte montagne che ci circondano per noi sono sacre – sottolinea Dymbrin Borkhonova, direttrice del gruppo Hengerge – Ci proteggono da molti mali. Ogni mattina preghiamo le divinità che vivono proprio sulle cime di queste montagne”.

L’amore per la natura nel paese è radicato nelle tradizioni terapeutiche locali. Dallo stesso fenomeno geologico da cui è stato generato il lago Baikal sono sorte delle sorgenti geotermiche naturali che già dal diciottesimo sono diventate località termali.

“È stupendo stare sotto un getto caldo quando fa freddo – dice Vladimir Borisenko, autista – Il massaggio fa bene ed è piacevole”.

Oggi, la valle ribattezzata “delle 100 sorgenti” è un luogo di pellegrinaggio di massa. Le sorgenti minerali secondo molti visitatori hanno diverse proprietà curative. Per questo alcuni usano l’acqua per fare degli impacchi agli occhi nella speranza di migliorare la vista. Altri la raccolgono nelle bottiglie.

Nelle regioni rurali della Burazia il culto della natura è legato alle antiche tradizioni sciamaniche con il buddismo tibetano. Qui nel villaggio di Datsan, nell’ovest del paese, i riti per pregare le divinità sono il risultato dell’unione di queste spiritualità profonde.

“Direi che si tratta di un rito misto – Sodnom Lama, religioso buddista – Le offerte agli spiriti sciamanici sono vincolate ai riti buddisti. Un elemento che li inserisce quindi nel pantheon delle divinità buddiste insieme a quello della tradizione sciamanica”.

Un incrocio di religioni, Burazia accoglie anche la comunità dei “Vecchi Credenti”, una minoranza cristiano ortodossa i cui antenati sono stati esiliati dopo il scisma
della chiesa russa nel XVII secolo.

Noti per la loro dedizione al lavoro agricolo, i “Vecchi Credenti” con il loro lavoro proteggono il paese contro lo sfruttamento industriale delle miniere e delle risorse naturali.

“La terra non può rimanere per sempre incontaminata – dice padre Sergiy – ma dobbiamo trattarla con rispetto. Se continuiamo a scavare, affossare e bruciare la nostra terra non faremo altro che portare il paese alla rovina”.

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