A Salisburgo, 'Amor Omnia Vincit'

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Novant’anni dalla sua creazione ma sempre in forma smagliante.

Il Festival di Salisburgo quest’anno apre con Orfeo ed Euridice, di Gluck. A dirigere l’Orchestra Filarmonica di Vienna il Maestro Riccardo Muti, che a pochi giorni dalla prima ci ha parlato della sua esperienza ormai pluridecennale nella città di Mozart e coi Wiener.

“La Filarmonica di Vienna è un’orchestra strepitosa. dice. Abbiamo cercato di creare un suono che possa essere gluckiano.
Salisburgo è per me la mia relazione con i Wiener Philharmoniker. Sono stato 40 anni coi Wiener, a Salisburgo, a Vienna, in tournée con loro, una enorme produzione discografica con loro, quindi Salisburgo è i Wiener Philharminiker per me.

Ho visto tre generazioni di musicisti e ho potuto notare quanto i musicisti dei Wiener Philharmoniker ogni volta che entrano cerchino di mantenere quel suono particolare, che è un tesoro vero e proprio perché in un mondo globalizzato dove molte orchestre, o quasi tutte le orchestre, sembrano rassomigliarsi l’una all’altra ormai, secondo un criterio di suono discografico, i Viennesi ancora costituiscono un’orchestra legata alla tradizione in maniera molto massiccia.”

Orfeo è Elisabeth Kulman, mezzosoprano austriaco, interprete già dal vasto repertorio.

Per lei la passione per il canto è al di sopra di tutto, nonostante i sacrifici che comporta. “Non possiamo andare a troppe feste, non possiamo bere, non possiamo fumare, dobbiamo dormire parecchie ore… non possiamo fare l’amore!”

E che cosa pensa del Maestro Muti?

“È meraviglioso. Mi diceva sempre: ‘non c‘è bisogno che canti, preoccupati della tua voce e basta.’ Una volta, durante una prova, ero molto stanca e lui ha cantato al mio posto. Troppo gentile. Di solito, quando c‘è l’orchestra, bisogna cantare, ma lui mi ha detto, ‘non ti preoccupare, canto io.’ E’ una persona che davvero si preoccupa dei cantanti, non conosco nessuno che faccia altrettanto. Abbiamo lavorato parecchio, e io gli voglio un gran bene!”

Meraviglioso e rigoroso, al limite del dispotico, per qualcuno. Il Maestro dissente, e argomenta.

“Ho un atteggiamento etico verso la musica, inflessibile. Di fronte al fatto musicale non cedo e non concedo. A chi non è in grado di seguire, o non vuol seguire, o vuole fare il lavativo o vuol tirare a campare, io posso risultare un dittatore. I miei rapporti con i grandi solisti del passato sono sempre stati meravigliosi e costruttivi.”

Oltre un mese di prove, una messa a punto meticolosa con orchestra e cantanti.

Per Riccardo Muti la musica è una cosa seria? “Sempre”, afferma senza esitazione.

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