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Kosovo: referendum per rimuovere 4 sindaci di etnia albanese

kosovari al voto
kosovari al voto Diritti d'autore AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews
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Nelle città a maggioranza serbe si vota per confermare o rimuovere i sindaci eletti lo scorso anno e appartenenti al gruppo dei kosovari albanesi. Il voto rientra nella complicata situazione nella regione

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I residenti di quattro comuni del Kosovo, (Zubin Potok, Severna Mitrovica Zvecan e Leposavic) abitati in maggioranza da cittadini di origine serba, votano domenica per la rimozione dei sindaci di etnia albanese dopo le elezioni comunali dello scorso anno, boicottate dalla minoranza serba residente nella regione e votate da solo il 3,5 per cento degli aventi diritto.

Il referendum, sostenuto dall'Occidente, è un tentativo di stemperare le tensioni tra il Kosovo e la vicina Serbia, mentre entrambi i Paesi hanno avviato le pratiche per entrare nell'Unione europea. Tuttavia, il principale partito serbo del Kosovo, Lista Serba, che ha stretti legami con Belgrado, ha chiesto di boicottare il voto di domenica.

Lista Serba chiede di boicottare il volto, alta tensione nella Regione

I cittadini chiamati a votare sono 46.500, in 47 seggi elettorali: per le dimissioni dei sindaci è necessaria la maggioranza dei voti. I presidi delle scuole del nord del Kosovo si sono rifiutati di tenere le operazioni di voto nei loro uffici, per cui sono state trovate soluzioni alternative: si vota negli edifici comunali e anche in due container.Per la prima volta saranno installate telecamere ai seggi elettorali, motivo formalmente ufficiale del boicottaggio serbo, così come il numero eccessivo di elettori, perché le liste non sono aggiornate. Ma è probabile che la scelta di non invitare gli elettori a votare sia dettata dalla volontà di rendere ancora più difficili i rapporti tra i due Paesi.

La domanda, stampata sulla scheda elettorale prima in albanese e poi in serbo, recita: "siete d'accordo che (nome del sindaco) debba essere dimesso dalla carica di presidente del Comune di (nome del Comune)". Si può rispondere con "SI" o "NO".

Lo scorso giugno, il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha offerto di tenere nuove elezioni se il 20 per cento degli elettori dei comuni avesse sostenuto una petizione per le elezioni e i residenti hanno votato a favore della petizione a gennaio. La Serbia ha appoggiato le richieste di dimissioni dei sindaci.

Quando i sindaci albanesi si sono insediati lo scorso maggio, i serbi del Kosovo si sono scontrati con le forze di sicurezza, comprese le forze di pace Kfor guidate dalla Nato, ferendo 93 soldati, mentre protestavano contro i risultati.

I motivi di scontro tra Kosovo e Serbia

La tensione tra i due Paesi rimane però alta. Lunedì scorso, il Kosovo ha compiuto un altro importante passo verso l'adesione al Consiglio d'Europa, il principale organismo continentale per i diritti umani, nonostante l'opposizione serba. Il giorno seguente, le autorità di Belgrado hanno bloccato per quasi venti ore i kosovari che cercavano di tornare a casa ai posti di blocco al confine, affermando che ciò era dovuto a motivi di sicurezza. Pristina ha accusato Belgrado di "tenere i kosovari in ostaggio" per non aver bloccato l'adesione del Kosovo al Consiglio d'Europa.

Gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno denunciato il blocco della libera circolazione tra i due Paesi. All'inizio del mese, il Kosovo ha annunciato il suo primo censimento nazionale dal 2011, che comprenderà anche il sondaggio della minoranza etnica serba nel nord.

Il partito Lista Serba ha denunciato il censimento e ha invitato a boicottarlo, affermando che si tratta di un tentativo del governo di Kurti "di confermare il suo vergognoso successo nell'espulsione dei serbi", in riferimento alla guerra del 1999.

Un altro punto di scontro è stata la recente decisione di Pristina di vietare ai serbi di etnia serba l'uso della valuta serba, il dinaro, ampiamente utilizzato nelle istituzioni del Kosovo gestite da serbi, tra cui scuole e ospedali.

Gli Stati Uniti e l'Unione Europea stanno lottando per rimettere in piedi il dialogo tra Pristina e Belgrado. I colloqui tra le due parti si sono arenati dopo che, a settembre, un agente di polizia del Kosovo e tre uomini armati serbi sono stati uccisi in una sparatoria dopo che circa 30 uomini mascherati hanno aperto il fuoco contro una pattuglia di polizia nei pressi del villaggio kosovaro di Banjska. Bruxelles ha avvertito entrambi che il rifiuto di un compromesso mette a rischio le possibilità di Serbia e Kosovo di entrare nel blocco.

Il blocco di 27 nazioni è interessato a mantenere l'allineamento dei Paesi dei Balcani occidentali (Serbia, Kosovo, Bosnia, Montenegro, Repubblica della Macedonia del Nord e Albania) con l'Occidente, mentre continua la guerra della Russia contro l'Ucraina. I sei Paesi si trovano in fasi diverse del processo di adesione.

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