Difesa, stretta sui migranti, meno Green Deal: il programma dei Popolari europei per le elezioni

Il tedesco Manfred Weber, capo del gruppo del Partito Popolare Europeo, parla durante una conferenza stampa con Nicolae Ciuca, capo del Partito Liberale a Bucarest, in Romania.
Il tedesco Manfred Weber, capo del gruppo del Partito Popolare Europeo, parla durante una conferenza stampa con Nicolae Ciuca, capo del Partito Liberale a Bucarest, in Romania. Diritti d'autore Vadim Ghirda/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Mared Gwyn Jones da Bucarest
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

I conservatori europei del Partito Popolare Europeo si riuniscono a Bucarest in Romania per avviare la campagna per le elezioni di giugno. Presentato il programma: meno migranti e clima, più difesa. Il Ppe, di cui fa parte Forza Italia, è avanti nei sondaggi

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Il programma del Partito Popolare Europeo (Ppe) ha presentato mercoledì le proprie proposte per le elezioni Ue di giugno (si vota il 9 in Italia). I punti chiave dei candidati e della leader Ursula von der Leyen, che cerca la conferma alla guida della Commissione europea, sono clima, difesa e immigrazione. 

Il Ppe è attualmente il maggiore gruppo parlamentare europeo e i sondaggi lo danno in vantaggio anche nella prossima tornata elettorale. Riunisce i partiti cristiano-democratici, e quelli liberali e conservatori d'Europa, tra cui Forza Italia.

Il gruppo sta tuttavia perdendo terreno a favore della destra radicale, che sta guadagnando consensi un po' dappertutto a partire dall'Italia. 

I nostri due maggiori partiti di governo infatti fanno parte di altre formazioni europee: Fratelli d'Italia è nei Conservatori e Riformisti Europei (tra gli altri, con il partito polacco Diritto e Giustizia e gli spagnoli di Vox), mentre la Lega sta con Identità e Democrazia (insieme con il Fronte nazionale di Le Pen ed altri partiti euroscettici).

Ecco la piattaforma politica presentata a Bucarest, in Romania, al congresso dei Popolari europei a cui hanno partecipato un'ottantina di partiti nazionali.

Migranti, il Ppe propone di esternalizzare le richieste di asilo Ue

L'immigrazione ricorre nel programma del Ppe per diciotto volte, in un'ottica intermedia tra il rifiuto dell'estrema destra agli arrivi e quello della sinistra a ridurre l'accoglienza dei migranti. 

Le richieste di asilo nell'Ue sono aumentate del 18 per cento solo lo scorso anno e uno studio suggerisce che gli elettori temono la "scomparsa della loro nazione e della loro identità culturale", suggerendo che questo tema avrà un peso determinante nelle prossime elezioni.  

Un "modello Albania" per le richieste di asilo dei migranti in tutta la Ue

Il programma propone il trasferimento verso "Paesi terzi sicuri" dei richiedenti asilo, dove rimarrebbero in caso di accoglimento della domanda, mentre l'Ue ammetterebbe una quota annuale nel suo territorio. Da tali quote sarebbero esclusi i rifugiati ucraini. 

I Popolari vogliono puntare in sostanza sul "modello Ruanda", così chiamato per l'accordo fatto dal Regno Unito con il piccolo stato africano per gestire le richieste d'asilo dei migranti.

L'Italia ha raggiunto tra le polemiche in entrambi i Paesi un'intesa analoga con l'Albania, che dovrebbe diventare operativa nel corso di quest'anno.

Il Ppe propone anche patti per frenare le partenze con la Tunisia

L'Unione europea dovrebbe offrire denaro in cambio di una più severa limitazione dell'immigrazione secondo i Popolari europei, sulla scia del Memorandum d'intesa firmato con la Tunisia nel 2023 su iniziativa della premier italiana Giorgia Meloni, della presidente della Commissione von der Leyen,  e del ministro-presidente olandese, Mark Rutte.

Un altro obiettivo è il rafforzamento di Frontex, l'agenzia di frontiera dell'Ue, aumentandone finanziamenti e poteri. L'agenzia però è al centro di polemiche sul proprio mandato.

Clima, il Green Deal per l'ambiente resta ma in versione ridotta

Il Ppe è stato recentemente accusato di essersi scagliato contro il Green Deal europeo, la serie di norme e obiettivi varata per contenere l'aumento delle temperature globali.

Vari deputati del gruppo sotto stati criticati in particolare per una presunta campagna contro la legge sul ripristino della natura, varata il mese scorso, che prevede la ricostituzione di almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini entro il 2030.

Nel programma politico presentato in Romania, il Ppe intende aprire la "prossima fase" del Green Deal dando priorità alla tecnologia "made in Europe" e al sostegno finanziario ad agricoltori e pescatori, oltre che alle piccole e medie imprese, per gestire la transizione verde.

Una transizione verde basata su tecnologia Ue e sussidi agli agricoltori

Una bozza precedente del programma proponeva di rivedere il divieto dell'Ue di vendere nuove auto ad emissioni di CO2 a partire dal 2035, ma l'idea è stata esclusa nei negoziati dell'ultimo minuto.

Il testo finale del programma specifica che "gli ingegneri, non i politici, dovrebbero decidere insieme al mercato la tecnologia migliore per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio".

L'idea di distanziarsi dalle politiche ambientali dell'Ue stava creando attriti infatti con von der Leyen, la cui Commissione ha sostenuto il Green Deal. La stessa presidente da parte sua è stata accusata di avere ridimensionato la transizione verde per andare incontro al partito, dopo l'ondata di proteste degli agricoltori degli ultimi mesi.

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La pressione dei coltivatori ha spinto infatti la Commissione a rivedere in tutta fretta una legge volta a ridurre l'uso di pesticidi e a varare misure in loro favore, come il permesso di lavorare terreni su cui in precendenza era stato imposto un periodo di maggese per tutelare l'ecosistema.

Il programma dei Popolari: "L'Europa deve potersi difendere"

Ursula von der Leyen ha promesso di fare della difesa il fulcro del suo secondo mandato, nel tentativo di annullare l'impatto di decenni di tagli alle spese militari e fare fronte al rischio di un allargamento del conflitto con la Russia oltre l'Ucraina.

Martedì scorso, l'esecutivo Ue ha presentato una nuova strategia industriale per la difesa, volta a incrementare la produzione e l'approvvigionamento di armi e munizioni nell'Ue.

Il Ppe propone ulteriori misure, tra cui la creazione di un commissario europeo dedicato alla sicurezza e alla difesa e il mandato agli Stati membri per dare priorità agli acquisti europei di attrezzature militari e a limitare le esportazioni di armi.

Sì del Ppe a un mercato comune della difesa in futuro, senza eurobond

Il programma presentato a Bucarest chiede inoltre che il bilancio a lungo termine del blocco, il Quadro finanziario pluriennale, preveda un fondo dedicato alla difesa comune nell'ottica di arrivare a un "mercato unico della difesa".

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In questo senso il Ppe non contempla però l'ipotesi di emettere debito comune per finanziare le spese militari, una sorta di eurobond per la difesa che alcuni Paesi membri  considerano un'invasione delle competenze nazionali.

L'industria militare europea, in gran parte strutturata secondo linee nazionali, è stata criticata per la sua lentezza nel fornire le munizioni promesse all'Ucraina. 

Il testo dei Popolari avanza infine l'idea di eliminare l'unanimità per le decisioni europee riguardanti il mercato unico Ue e le sanzioni ai "regimi totalitari del mondo", introducendo la maggioranza qualificata, dopo il recente stallo sugli aiuti all'Ucraina causato dalla contrarietà dell'Ungheria di Viktor Orbán.

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