La Commissione europea ha annunciato nuovi accordi di investimento con Repubblica Democratica del Congo, Zambia, Namibia, Vietnam e Bangladesh nell'ambito di un forum sul Global Gateway, la risposta alla Via della Seta cinese
Le intese sono state siglate durante un'iniziativa di due giorni a Bruxelles, in cui la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha incontrato oltre 40 leader e ministri di Paesi africani e asiatici.
Con la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia si è stretto un accordo sulle materie prime essenziali, con la Namibia sull'idrogeno verde e con Bangladesh e Vietnam una cooperazione sull'energia pulita.
Global Gateway contro Via della Seta
"Global Gateway significa dare ai Paesi una scelta migliore", ha detto von der Leyen, aggiungendo che alcune promesse di investimento spesso hanno un "prezzo elevato" per l'ambiente, i diritti dei lavoratori e la sovranità.
"Nessun Paese dovrebbe trovarsi in una situazione in cui l'unica opzione per finanziare le infrastrutture essenziali è quella di vendere il proprio futuro", ha aggiunto.
La strategia denominata Global Gateway stanzia fino a 300 miliardi di euro per sostenere progetti che riguardano estrazione mineraria, energia verde e vie di comunicazione, nel tentativo di incrementare il commercio e gli investimenti dell'Ue in tutto il mondo.
In sostanza, si tratta di un'alternativa al programma globale di investimenti "Belt and Road" di Pechino, la cosiddetta Via della Seta, anche se la Commissione nega apertamente che lo sia.
Proprio la scorsa settimana, il presidente cinese Xi Jinping ha accolto tra gli altri il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro ungherese Viktor Orbán e i rappresentanti talebani dell'Afghanistan per celebrare la Belt and Road, che con mille miliardi di dollari ha il triplo del budget dell'Ue.
Secondo i critici, Pechino sta perseguendo una politica di "diplomazia della trappola del debito", costringendo i Paesi in via di sviluppo a indebitarsi molto con la Cina, aumentando in questo modo la loro dipendenza strategica dal Paese. Anche diciotto Stati membri dell'Ue fanno parte in forme diverse della Belt and Road Initiative.
Sebbene il Global Gateway europeo venga considerato un piano ambizioso per aumentare gli investimenti globali dell'Unione nelle tecnologie pulite, uno studio sul programma presentato questa settimana al Parlamento europeo ha criticato il piano per la mancanza di "un'idea chiara di funzionamento".
I ministri dell'Ue snobbano il forum
Paesi come Armenia, Namibia, Mauritania e Senegal erano rappresentati nel forum dai rispettivi capi di Stato, mentre Albania, Bangladesh, Egitto, Georgia e Marocco dai propri primi ministri.
Ma i Paesi dell'Ue non hanno messo in campo lo stesso peso diplomatico: c'erano i capi di governo di Spagna, Malta Portogallo e Lussemburgo, con la Germania che ha inviato il suo segretario al clima e la Francia il suo segretario allo sviluppo.
La Tunisia era tra i Paesi nordafricani non rappresentati al forum, a seguito di una controversia su un accordo di cooperazione che ha visto il Paese nordafricano rinunciare a 60 milioni di euro di fondi Ue e vietare l'ingresso di funzionari comunitari sul suo territorio. Unportavoce della Commissione europea ha dichiarato che con la Tunisia il lavoro prosegue nell'ambito del memorandum d'intesa firmato a luglio.