L'esito delle elezioni in Polonia consegnerà quasi certamente a Donald Tusk la possibilità di guidare un governo di coalizione, pronto a segnare un cambio di rotta rispetto all'attuale esecutivo conservatore di Varsavia
Tusk, già primo ministro in passato ed ex presidente del Consiglio europeo, dovrebbe guidare una coalizione formata dal suo partito di centro destra, Piattaforma civica (Platforma Obywatelska), dalla sinistra di Lewica e dal raggruppamento centrista Terza Via (Trzecia Droga) a sua volta formato dai partiti Polonia 2050 e Partito popolare polacco.
Cambio di rotta su giustizia ed Europa
Gli esperti prevedono differenze notevoli con l'esecutivo uscente, guidato dai conservatori del partito Diritto e Giustizia (PiS).
"Innazitutto, cercheranno sicuramente di riportare la Polonia sulla strada della democrazia, rendendo di nuovo liberi il sistema giudiziario e la stampa. Naturalmente, saranno ripristinati anche i diritti delle minoranze", spiega a Euronews Monika Sus, professoressa presso l'Accademia polacca delle scienze con cattedre anche al Centre for international security e all'Istituto universitario europeo.
Il cambio al vertice, spiega l'esperta, dovrebbe facilitare i rapporti di Varsavia con le istituzioni dell'Unione europea, piuttosto burrascosi negli otto anni di governo del PiS. "Penso che la Polonia sarà di nuovo un partner affidabile all'interno dell'Ue. Cercheremo sicuramente di avere rapporti migliori con i nostri vicini".
La pensa così anche Teona Lavrelashvili, analista dello European Policy Centre. "Penso che il cambiamento principale sarà il modo in cui la Polonia parlerà agli altri leader europei. Tusk è molto conosciuto a Bruxelles, visto che è stato presidente del Consiglio europeo, ma anche del Partito popolare europeo".
Cosa non cambierà: Ucraina e migranti
Ma alcune posizioni del nuovo esecutivo saranno comunque in linea con il precedente: il sostegno all'Ucraina, ad esempio. "Su questo tema c'è supporto sia a livello politico che della società polacca", spiega Teona Lavrelashvili, anche se si riproporrà preso il problema dell'importazione dei cereali ucraini.
Anche sul tema delle migrazioni, potrebbero cambiare forse i toni, ma non la sostanza. Almeno per quanto riguarda la prevedibile opposizione ai ricollocamenti di richiedenti asilo sul territorio polacco.
"Nel Paese ci sono molte preoccupazioni legate all'immigrazione, ma anche alla sicurezza, che Tusk deve affrontare a livello nazionale. La sua posizione sull'immigrazione non è necessariamente positiva, quando si tratta del meccanismo di ricollocazione obbligatoria", dice l'analista. "Tuttavia, cambierà il modo in cui il governo si presenterà e si impegnerà in modo costruttivo con l'Ue".
Una coalizione assortita
Donald Tusk è chiamato a mettere d'accordo le anime della sua coalizione, che viste le diverse sensibilità politiche, potrebbero avere visioni divergenti su temi cruciali.
Le dispute interne non mancheranno, secondo Monika Sus:"Credo riguarderanno piuttosto questioni nazionali, per esempio l'aborto. Sull'aborto, ognuno dei tre partiti è molto più aperto dell'attuale governo nel rispettare i diritti delle donne. Ma permangono differenze, tra chi sostiene di liberalizzarlo completamente a chi vorrebbe mantenere delle restrizioni".
Un altro possibile pomo della discordia potrebbe essere l'introduzione dell'euro: il partito Polonia 2050 spinge per adottare la moneta unica ed entrare nell'Eurozona, ma i suoi futuri partner di governo sembrano più riluttanti, dice la professoressa.
"La mia speranza, comunque, è che la coalizione rimanga unita contro le minacce comuni, che nel sistema polacco sono rappresentante dal presidente della Repubblica, che è espressione del PiS e può mettere il veto alle decisioni del Parlamento".