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La legge sul ripristino della natura divide il Parlamento europeo

Manifestazioni a Strasburgo
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Di Debora Gandini
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Presente alla manifestazione anche Greta Thunberg che ai microfoni di Euronews ha lanciato il suo messaggio ai politici

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Una doppia manifestazione a Strusburgo. La legge sul ripristino della natura, proposta per riparare gli ecosistemi degradati nell'Unione europea, continua a rivelarsi estremamente controversa all'interno e all'esterno delle sedi istituzionali. 

La legge renderebbe la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo. Punta, infatti, a servirsi dello strumento legislativo per il ripristino degli ecosistemi degradati e per fermare la perdita di biodiversità. Tra gli obiettivi c’è anche quello di combattere il cambiamento climatico.

Mentre i parlamentari discutevano il disegno di legge in emiciclo, davanti alla sede del Parlamento di Strasburgo si manifestava. Attivisti per il clima e per la giustizia sociale si sono riuniti per sostenere la legge. Presente alla manifestazione anche Greta Thunberg che ai microfoni di Euronews ha lanciato il suo messaggio ai politici.

“Dobbiamo scegliere la natura e scegliere le persone invece del profitto e dell'avidità. Li esortiamo a non bocciare questa legge ma a votare attraverso la legge più forte possibile. La posta in gioco se non proteggiamo la natura, se non proteggiamo le persone, è che innumerevoli persone perderanno la vita e i mezzi di sussistenza. E’ in gioco la vita del mondo”, ha sottolineato l’attivista ecologista.

Un messaggio appoggiato da Socialisti, Verdi e Sinistra che da tempo si battono per salvare il testo ma non dal Partito Popolare europeo, il gruppo politico più numeroso presso il Parlamento, fortemente contrario alla legge, da tempo sta cercando di convincere quanti più eurodeputati liberali possibile per ottenere la maggioranza e respingerla.

In piazza anche associazioni europee e cooperative. Secondo gli agricoltori queste leggi nella sua forma attuale danneggerà le imprese e farà aumentare i prezzi nel settore alimentare. Ecco perché chiedono che la Commissione europea presenti una nuova proposta sul ripristino della natura.

Asger Christensen è un agricoltore danese ed europarlamentare di Renew Europe: “Conosco molto sulla natura. Conosco molto bene la biodiversità perché ci vivo, e la proposta della Commissione è totalmente folle perché ci riporterà al 1952. Non sono stati fatti studi di impatto, né economici né ambientali. È un progetto che viene lanciato proprio così, solo per dogmatismo e da politici che sono lontani dalla realtà.”

Cosa prevede la legge

La legge sul ripristino della natura e degli habitat è uno dei pilastri del pacchetto clima della Commissione von der Leyen e si inserisce nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Tra i suoi punti c'è la previsione di istituire obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il ripristino degli ecosistemi.

In particolare, la legge si pone l’obiettivo di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Unione e il 15% dei fiumi nella loro lunghezza. Inoltre, sempre entro il 2030, prevede la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata.

Entro il 2050, poi, la legge ha l’obiettivo di recuperare tutti gli ecosistemi che necessitano di azioni di ripristino. Si tratta, quindi, di un grande progetto di riqualificazione degli ambienti naturali che non riguarderà solo le aree protette ma tutti gli ecosistemi, compresi i terreni agricoli e le aree urbane. La proposta di legge fa parte del cosiddetto “Pacchetto natura”.

Questo mercoledì all'Eurocamera andrà in scena lo scontro finale. In bilico non c'è solo un regolamento comunitario, ma rischia di finirci l'intera architettura del Green Deal.  

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