Gaza, Khan Younis accerchiata dall'Idf: salgono a dodici i morti nell'attacco al centro dell'Onu

Vittime dei bombardamenti israeliani a Rafah, Striscia di Gaza, 24 gennaio
Vittime dei bombardamenti israeliani a Rafah, Striscia di Gaza, 24 gennaio Diritti d'autore Fatima Shbair/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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L'esercito israeliano ha dichiarato di aver accerchiato la città meridionale di Khan Younis. Le agenzie internazionali denunciano l'assedio dei tre principali ospedali della città. Gli Stati Uniti condannano il bombardamento del centro dell'Unrwa, dove sono rifugiate decine di migliaia di persone

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Mercoledì l'esercito israeliano ha dichiarato di aver "accerchiato" la città meridionale di Khan Younis dopo due giorni di pesanti combattimenti, in quello che i funzionari israeliani hanno descritto come l'ultimo grande assalto di terra dell'offensiva nella Striscia di Gaza, prima di passare a operazioni di "minore intensità" volte a sradicare Hamas.

Israele ha ordinato ai residenti di evacuare una zona del centro che comprende i tre principali ospedali della città che in questi giorni sono stati circondati dai combattimenti e dai bombardamenti israeliani: Nasser, al Amal e al Khair

Medici senza frontiere conferma che l'ospedale Nasser "è assediato" dalle forze israeliane, mentre la Società della mezzaluna rossa palestinese, che gestisce l'ospedale al Amal parla di un "coprifuoco totale" imposto dall'Idf intorno alla struttura, che intrappola all'interno il suo personale.  

A Khan Younis, prima del conflitto scoppiato il 7 ottobre, vivevano circa 88mila palestinesi, ma attualmente ospita circa 425mila persone sfollate dal resto della Striscia di Gaza. Si ritiene che solo nell'ospedale Nasser si rifugino 18mila persone, a cui si aggiungono 850 pazienti. 

"Nessuno può entrare o uscire da Nasser a causa dei bombardamenti in corso", ha denunciato l'Ocha, l'agenzia delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, citando i medici che hanno anche riferito che il personale sta scavando tombe nel terreno della struttura "a causa del gran numero di vittime".

Secondo il ministero della Sanità di Gaza il fuoco israeliano ha ucciso oltre 25.700 palestinesi a Gaza e ne ha feriti 63.740. 

Venerdì la Corte internazionale di giustizia dell'Aia si pronuncerà sulla concessione o meno di misure cautelari di emergenza contro Israele. La corte potrebbe ordinare a Israele di fermare la sua campagna militare a Gaza, anche se non ha modo di far rispettare i suoi ordini.

L'attacco al centro dell'Unrwa

Sale a dodici vittime e almeno 75 feriti il bilancio del bombardamento che mercoledì ha colpito un centro di addestramento dell'Unrwa a Khan Younis, dove si stanno rifugiando decine di migliaia di persone. 

Come riportato dagli alti funzionari dell'agenzia Onu, due carri armati israeliani hanno colpito uno degli edifici del centro, dove erano accampate 800 persone. Il direttore Thomas White denuncia come l'accesso e l'uscita dal centro siano stati negati per due giorni dall'esercito israeliano e spiega che le squadre delle Nazioni Unite sono riuscite a intervenire solo nella serata di mercoledì. 

"Il complesso è chiaramente contrassegnato come struttura Onu e le sue coordinate sono state condivise con le autorità israeliane come facciamo per tutte le nostre strutture. Ancora una volta un palese disprezzo delle regole fondamentali della guerra", ha commentato su Xil commissario generale dell'Unrwa Philippe Lazzarini, secondo il quale il numero delle vittime potrebbe salire. 

Gli Stati Uniti hanno espresso particolare preoccupazione per l'episodio. "Deploriamo l'attacco di oggi al centro di addestramento delle Nazioni Unite di Khan Younis", ha dichiarato il vice portavoce del dipartimento di Stato Vedant Patel durante il briefing quotidiano.

"Me lo avete sentito dire prima, avete sentito il segretario [di Stato] dirlo prima. I civili devono essere protetti e la natura protetta delle strutture delle Nazioni Unite deve essere rispettata", ha aggiunto Patel. 

Dopo le critiche degli Stati Uniti, Israele ha negato la responsabilità delle sue forze e ha suggerito che Hamas potrebbe aver lanciato i proiettili. L'Idf ha detto di aver avviato un'indagine ma di aver già determinato che le sue forze aeree e di artiglieria non sono reponsabili. 

Mercoledì le forze israeliane hanno colpito anche una scuola a Khan Younis che ospitava centinaia di sfollati ferendo gravemente otto persone, mentre cinque sono state uccise in un attacco a una moschea a Rafah, la città più a sud della Striscia.

La situazione nel Mar Rosso

Due navi in navigazione nel Golfo di Aden sono state costrette a chiedere il supporto della marina statunitense dopo aver udito esplosioni nelle vicinanze, mentre continuano gli attacchi del gruppo degli Houthi alle imbarcazioni che transitano nel Mar Rosso. 

Le imbarcazioni, parte della flotta statunitense della compagnia danese Maersk, stavanotrasportando forniture militari statunitensi quando sono state attaccate da tre missili antinave vicino allo stretto di Bab el-Mandeb. Il comando centrale statunitense ha dichiarato che due missili sono stati abbattuti e un terzo è atterrato in mare. Non ci sono stati danni né feriti. La Maersk ha dichiarato che la filiale statunitense sospenderà i transiti nella regione "fino a nuovo avviso".

Gli Houthi yemeniti hanno scritto alle Nazioni Unite chiedendo che tutto il personale britannico e statunitense lasci lo Yemen entro un mese, in risposta agli attacchi che i loro governi stanno operando contro gli obiettivi militari del gruppo nel Paese. La lettera ordina anche alle ong di non assumere cittadini statunitensi e britannici per le operazioni in Yemen.

Le pressioni sul governo israeliano per la liberazione degli ostaggi

Mercoledì decine di manifestanti hanno montato un'altra protesta a Tel Aviv per chiedere al governo di liberare i circa 130 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. I dimostranti hanno bloccato il traffico sull'autostrada Ayalon, un'arteria centrale della capitale, provocando un intervento della polizia.

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Secondo i media israeliani, la protesta è avvenuta mentre in Qatar, su iniziativa degli Stati Uniti, è in corso un'altra trattativa per raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi. Ma Hamas "starebbe temporaneamente rinviando" i negoziati.

Intanto mercoledì il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che i membri dell'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) sono seriamente intenzionati ad avviare colloqui su una soluzione alla crisi israelo-palestinese che preveda la creazione di uno Stato palestinese.

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