Da giovedì raid di Washington e Londra sullo Yemen. Il segretario di Stato britannico alla Difesa: "Comportamento inaccettabile. Valuteremo altre azioni"
Dopo il missile lanciato domenica 14 gennaio dai ribelli Houthi dello Yemencontro un cacciatorpediniere statunitense nel Mar Rosso, un altro attacco missilistico è stato sferrato lunedì dallo Yemen contro una nave portarinfuse nell'attiguo Golfo di Aden.
Si tratta della Eagle Gibraltar, battente bandiera delle Isole Marshall, di proprietà di Eagle Bulk, società con sede a Stamford, nel Connecticut, quotata alla Borsa di New York.
Nessun gruppo ha immediatamente rivendicato la responsabilità dell’attacco, anche se i sospetti sono caduti sui ribelli Houthi dello Yemen, autori, poche ore prima, del primo attacco riconosciuto dagli Stati Uniti.
Questo attacco, in risposta ai raid effettuati da giovedì 11 gennaio da Washington e Londra, proveniente dalla città portuale di Hodeida, è stato diretto allo USS Laboon, cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke che opera nella parte meridionale del Mar Rosso, secondo quanto riportato dal comando centrale dell'esercito americano: "Un missile da crociera antinave è stato lanciato dalle aree militanti Houthi dello Yemen, sostenute dall'Iran, verso la USS Laboon. Non sono stati segnalati feriti o danni." Il missile è stato abbattuto da un caccia statunitense.
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Gran Bretagna: "Valutiamo ulteriori azioni"
Il segretario di Stato britannico alla Difesa Grant Shapps ha dichiarato di monitorare la situazione molto da vicino.
"Il comportamento degli Houthi nel Mar Rosso è assolutamente inaccettabile. Terremo gli occhi aperti nel caso dovessimo intraprendere ulteriori azioni, cosa che prenderemo in considerazione".
I raid di Usa e Gb
I ribelli Houthi accusano gli Stati Uniti di aver bombardato per il terzo giorno consecutivo loro posizioni a Hodeida, in risposta agli attacchi che gli insorti - sostenuti dall'Iran - sferrano alle navi mercantili in transito nel Mar Rosso, un corridoio cruciale per il commercio di energia e merci dall'Asia e il Medio Oriente al Canale di Suez verso l'Europa.
Di recente il presidente statunitense Joe Biden ha dichiarato che “non esiterà a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario”.