Bombe sull'ospedale al-Shifa di Gaza. Il direttore: "Hamas non è qui"

Israele prende di mira almeno tre ospedali. Colpita la scuola di Al-Buraq
Israele prende di mira almeno tre ospedali. Colpita la scuola di Al-Buraq Diritti d'autore AP Photo/Fatima Shbair
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Di Gianluca Martucci
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Fuga dalla struttura ospedaliera più grande della Striscia dove erano rifugiate 80 mila persone. Decine di morti anche dopo l'attacco a una scuola

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Gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira tre ospedali e una scuola di Gaza. Sono decine i morti.

Il bombardamento sulla scuola di Al-Buraq ha fatto almeno 50 morti, secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Il direttore dell'ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia, ha denunciato l'uccisione di altri 20 morti a seguito di un raid israeliano sulla struttura, sospettata di essere il covo del comando centrale di Hamas. 

Intervistato da Al Jazeera, il medico ha definito una "bugia assoluta" la presenza nell'ospedale del comando dell'organizzazione.

Secondo il direttore dell'ospedale, "le forze di occupazione israeliane sono pienamente consapevoli che questa è un'area totalmente sicura" e che "non ci sono centri di comando o tunnel" al di sotto. "Il personale dell'Unrwa, quello delle Nazioni Unite e quello delle organizzazioni internazionali sono stati dentro e intorno all'ospedale, e sanno che questa è una struttura totalmente civile che si occupa delle vittime e dei pazienti", ha aggiunto Abu Salmiya. 

Fonti palestinesi sostengono che il numero delle vittime a Gaza venerdì abbia superato  gli 11 mila morti dall'inizio della guerra scatenata dalla rappresaglia dell'organizzazione fondamentalista il 7 ottobre.

In audizione alla commissione per le relazioni estere della Camera dei rappresentanti Usa, il vicesegretario di Stato per gli affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf, ha affermato che il numero dei morti nell'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza è "molto più alto di quello citato" dall'autorità palestinese che governa l'exclave.

La nipote di Haniyeh

Tra le vittime degli ultimi attacchi, secondo fonti palestinesi citate dal Jerusalem Post c'è anche Reua Hamam, la nipote di Ismail Haniyeh il capo di Hamas (che vive a Doha in Qatar).  

"Numerosi carri armati (israeliani) stazionano a 200 metri dalla scuola al-Buraq e circondano quattro ospedali della zona", ha riferito intanto il governo di Hamas. "Se scorgiamo terroristi di Hamas fare fuoco dagli ospedali, li uccideremo", ha fatto sapere il portavoce militare israeliano Richard Hecht parlando con i giornalisti.

Secondo la Mezzaluna rossa sarebbe stata colpita anche la terapia intensiva dell'ospedale Al-Quds. L'organizzazione ha parlato di un morto e 28 feriti causati dai colpi sparati dai cecchini israeliani. Il vicesegretario generale del Jihad islamica, seconda organizzazione armata più potente della Stiscia, ha affermato che dall'ospedale "non è stato sparato neanche un proiettile" dagli ospedali.

L'Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che 20 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza non sono più funzionanti, compreso l'ospedale pediatrico al-Rantisi che ha interrotto i suoi servizi dopo un attacco israeliano nella zona.

L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha chiesto a Israele di interrompere l'uso di "armi esplosive ad alto impatto" su aree densamente popolate della Striscia. Gli attacchi stanno creando un effetto "devastante a livello umanitario", ha affermato l'alto funzionario che ha avanzato la necessità di condurre indagini sulle operazioni militari israeliane.

I medici  chiedono il rispetto del diritto internazionale

 L'organizzazione con sede negli Usa Physicians for Human Rights (Phr, Medici per i Diritti Umani) ha chiesto a Israele di rispettare il diritto internazionale e di non attaccare gli ospedali nella Striscia di Gaza.

"L'uso militare delle strutture sanitarie da parte di qualsiasi parte costituisce una violazione del diritto internazionale", ha affermato l'organizzazione, citata su Haaretz, aggiungendo che "anche se secondo Israele Hamas fa tale uso, in assenza di un'opzione di evacuazione, ha comunque l'obbligo di evitare di arrecare danni a malati, feriti e personale sanitario non perdono la loro protezione e non possono in alcun caso costituire un obiettivo militare."

Secondo l'organizzazione, "l'assedio degli ospedali e delle attività  militari sul terreno nelle loro vicinanze lascia i cittadini senza riparo, impedisce ai pazienti di accedere alle

cure mediche e lascia migliaia di feriti e le équipe mediche in una situazione impossibile".

"Secondo tutte le organizzazioni umanitarie internazionali e locali, l'evacuazione degli ospedali nel nord della Striscia di Gaza non è possibile date le attuali condizioni sul campo.

L'Organizzazione mondiale della sanità  ha già  definito la richiesta di evacuazione come una "condanna a morte", in un ambiente in cui l'intero sistema sanitario di Gaza sta crollando. Gli ospedali nel sud di Gaza non hanno la capacità  di accogliere più pazienti, c'è  una grave carenza di  equipe mediche, ambulanze e attrezzature per il trasporto dei pazienti", conclude Phr.

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