La Lega Araba, dopo un vertice di emergenza in Arabia Saudita, ha invitato la comunità internazionale a intervenire e fare pressione su Israele affinché apra corridoi umanitari per portare aiuti nella Striscia di Gaza. Ma sul cessate il fuoco, Netanyahu ribadisce il suo deciso "No"
Dopo 37 giorni di guerra, rispondendo alle domande sul futuro della Striscia di Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato "Hamas non ci sarà più".
Secondo il primo ministro israeliano, l'obiettivo è un "controllo di sicurezza completo da parte dell'esercito di Tel Aviv, con la possibilità di entrare a Gaza ogni volta che vogliamo per eliminare i terroristi che possono riemergere".
Lo stesso Netanyahu ha respinto con forza le richieste internazionali di cessate il fuoco, affermando che “non c’è altra opzione se non la vittoria”.
Intanto, nelle strade di Gaza City, le brigate Ezzedin al-Qassam - il braccio armato di Hamas - combattono contro l'avanzata israeliana...
Speranza e cordoglio
L'esercito di Tel Aviv, ha riferito il portavoce Daniel Hagari, ha inviato messaggi di speranza ai familiari dei 239 ostaggi ancora in mano ad Hamas.
Inoltre, messaggi di cordoglio sono stati inviati alle famiglie dei 361 soldati israeliani che hanno perso la vita nelle operazioni post-7 ottobre, compresi cinque riservisti.
Diplomazia araba ed europea
La Lega Araba, dopo un vertice di emergenza in Arabia Saudita, ha invitato la comunità internazionale a intervenire e fare pressione su Israele, affinché apra corridoi umanitari per portare aiuti nella Striscia di Gaza.
Dopo il tour diplomatico in Medio Oriente del Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, anche la diplomazia europea è al lavoro: la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha avuto colloqui con il primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese Mohammad Shtayyeh, a Ramallah, e con l'omologo israeliano Eli Cohen, a Tel Aviv.